Omicidio Mastropietro: botta e risposta tra l’assassino e Alessandra Verni

Omicidio Mastropietro: botta e risposta tra l’assassino e Alessandra VerniOmicidio Mastropietro: botta e risposta tra l’assassino e Alessandra Verni – “Almeno tu ora puoi riabbracciarla! Vi mando un grandissimo abbraccio angeli”,

Sono queste le parole di addio scritte su Facebook da Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro, in occasione della morte improvvisa del padre della diciottenne stuprata, uccisa e fatta a pezzi il 30 gennaio 2018.

L’allucinante lettera di Oseghale

Un crimine efferato che ha portato la condanna all’ergastolo di Innocent Oseghale. Lo stesso che, qualche giorno fa, aveva scritto una lettera dal carcere e pubblicata su Adnkronos.

“Sono addolorato ma non posso pagare colpa non mia. Su di me pregiudizi legati al fatto che io sia un immigrato di colore”. Purtroppo, le ricostruzioni fatte durante il processo non hanno tenuto conto delle tante prove a mia discolpa e in parte sono sicuro di pagare questa situazione per pregiudizi personali su di me legati al fatto che io sia un immigrato di colore”.

Oseghale si dichiara dispiaciuto, sostenendo di avere avuto rapporti consensuali con la ragazza. Lo scorso gennaio l’uomo aveva chiesto perdono alla madre di Pamela, Alessandra Verni.

“Con la mamma di Pamela sto condividendo lo stesso dolore, perché anche io ho perso i miei figli, non so dove siano, se sanno di me, del grave errore che ho commesso, se mai un giorno potrò rivederli. Spero solo di poter tornare a fare il padre, un giorno, di poter spiegare ai miei figli cosa è veramente successo, anche perché il mio secondo figlio è nato quando ero già in carcere e la mia famiglia sta pagando a caro prezzo i miei errori”.

La risposta della madre di Pamela

Uno sfogo al quale la madre della vittima non è rimasta in silenzio, rispondendo, infatti, con una lettera pubblicata sempre su Adnkronos.

Una risposta dove smonta le accuse di razzismo e le altre affermazioni sostenute dal nigeriano.

“Parli di pregiudizi legati alla tua condizione di immigrato… Basta! Basta nasconderti dietro a questa scusa, che stai facendo fare brutta figura anche a tutte quelle persone che sbarcano ogni giorno sulle coste della mia amata nazione. A te e ai tuoi amici vi abbiamo accolto, abbiamo offerto cure, integrazione. E voi come avete ricambiato il favore? Rifiutando il lavoro perché preferivate delinquere? Approfittando della carità che il mio paese vi ha dato? Violentando e massacrando con tanta cattiveria e precisione una ragazza di 18 anni?”.

Cuore di madre

Alessandra Verni zittisce anche la sfacciataggine dell’uomo che equipara il suo dolore di padre al dolore che sta vivendo la madre di Pamela.

“Ma cosa vuoi saperne, tu, di cosa significhi portare un fardello così e affidarsi a Dio. Non immagini le lacrime versate, il dolore forte al cuore come fossero tante pugnalate. Che puoi saperne, tu, della voglia di riabbracciare quel corpo che tu hai stuprato, ucciso, scuoiato, fatto a pezzi? Perché tutto questo? Perché? Mia figlia la avete lavata con la candeggina, messa in due trolley abbandonati sul ciglio di una strada. Perché? Perché? Perché? – ripete in un mantra straziante – Pensa se fosse stata tua figlia. Come ti saresti sentito, cosa avresti fatto? Non ti permettere. Il mio dolore lo hai causato tu. Io ho ancora la speranza di riabbracciare in paradiso mia figlia e sappi che se un giorno si dovessero presentare alla mia porta i tuoi figli, io li abbraccerò, perché anche a loro tu hai distrutto il cuore”.

Parole, queste ultime, che dimostrano come neanche gli atti più aberranti sono capaci di corrompere il cuore di una madre.

Una madre che urla con dignità il dolore di tutte le madri che, come lei, si sono viste le figlie barbaramente stuprate e poi assassinate da chi, ormai abituato da una certa intellighenzia buonista, si nasconde dietro il disco rotto del razzismo, omettendo per svista o mera mala fede che spezzare vite umane prima di essere reato è un abominio.

Rita Lazzaro