Padri separati e violenza domestica: quando a colpire è la donna

Padri separati e violenza domestica: quando a colpire è la donnaPadri separati e violenza domestica: quando a colpire è la donna – “Mi hanno detto che sono un traditore e hanno iniziato a colpirmi entrambe con calci, pugni e schiaffi. Nel contempo un’altra persona credo che abbia registrato un video, dicendo che lo avrebbe messo su TikTok”.

È questo quanto denunciato dal trentenne ai carabinieri dopo un’aggressione subita da due donne e ripresa in un video.

L’aggressione nel napoletano

La vicenda è avvenuta a Marano in provincia di Napoli, la notte tra il 5 e il 6 febbraio.

L’ uomo è stato attirato in casa con una scusa dove è stato umiliato e picchiato selvaggiamente da due donne.

“Ho sporto denuncia – racconta la vittima – ho avuto 5 giorni di prognosi e adesso ho paura di nuove violenze”.

Tra i motivi dell’aggressione, ci sarebbero dissidi familiari.

L’uomo ha raccontato ai carabinieri che da alcuni giorni stava cercando di riallacciare i rapporti con la moglie, dalla quale si era separato, ed era tornato a convivere con lei e il figlio a Marano. Ma la convivenza era durata circa un mese, quando a fine gennaio ha deciso di tornare a vivere dai suoi genitori.

Allontanato da casa dalla moglie che pensava lo tradisse.

La vittima accusata di tradimento

L’uomo ha riferito di essere tornato a casa della moglie la sera del 5 febbraio “dopo aver appreso che mio figlio non stava bene”.

Ma quando è entrato nell’abitazione, all’interno c’erano quattro donne, tra le quali la moglie e la suocera.

A quel punto, la porta d’ingresso della casa è stata chiusa a chiave e quest’ultima sarebbe stata rimossa, spiega la vittima nella denuncia presentata ai carabinieri.

L’ uomo è stato picchiato da due donne, tra cui la moglie. “Mi hanno detto che sono un traditore e hanno iniziato a colpirmi entrambe con calci, pugni e schiaffi”.

Il trentenne ha raccontato nella denuncia di aver ricevuto molti colpi da parte delle due donne e di essere stato “strattonato per una collana che indossavo, sono riuscito a lasciare l’abitazione saltando dalla finestra”, al piano terra. “Nella concitazione ho perso le chiavi della mia autovettura. Ho pensato a scappare dalla furia delle donne a piedi e scalzo, in quanto nel corso dell’aggressione ho perso le scarpe”.

L’uomo ha chiesto aiuto a un passante e grazie all’ arrivo dei carabinieri riesce a riottenere anche un telefono, che ha denunciato essergli stato sottratto dall’auto.

Il video finisce in mano ad un politico

Una vicenda abominevole che, fortunatamente, almeno questa volta, non è passata inosservata agli occhi della politica.

La vile aggressione è stata denunciata dal parlamentare Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra), che ha pubblicato il video, che stava già circolando, sul suo canale Instagram.

“Nessuna attenuante per le aggreditrici, a parte invertite la giustizia avrebbe fatto già il suo percorso”, scrive il deputato Borrelli. “È stato preso a schiaffi, calci e pugni da due donne mentre una terza riprendeva tutta la scena da rendere poi pubblica sui social e da far girare sui gruppi di chat. Una sorta di gogna mediatica perché evidentemente per loro la punizione fisica inflitta all’uomo non poteva bastare ed infatti la vittima è stata anche esposta fuori alla finestra mentre veniva malmenata”.

Cosa dice l’ISTAT

Una condanna che fa emergere il tema della violenza sugli uomini.

A tal riguardo da ricordare che, secondo i dati ISTAT del 2018, nel nostro Paese nel periodo 2015-2016, 3 milioni 754 mila uomini (corrispondenti al 18,8% del totale) hanno subìto abusi sessuali nel corso della loro vita: numero inferiore a quello relativo alle donne, ma pur sempre alto.

Va anche sottolineato come gli uomini vittime di molestie sessuali prima dei 18 anni siano stati 435.000, pari al 2.2 %.

Ma è anche giusto precisare che, sempre secondo l’Istat, gli autori di tali molestie risultino in larga prevalenza uomini: “Lo sono per il 97% delle vittime donne e per l’85,4% delle vittime uomini”.

Tali numeri potrebbero non essere reali, poiché gli uomini – a causa dello stereotipo di virilità o per il timore di non essere creduti – decidono di non denunciare la violenza subita.

Diverse sono le forme di violenza che vengono realizzate contro gli uomini secondo l’Istituto di Statistica: molestie verbali, stalking, aggressività fisica.

Secondo uno studio dell’Università di Siena del 2012 oltre la metà degli uomini intervistati – vittime di violenza – subirono spinte, graffi, morsi, capelli strappati, lancio di oggetti, folgorazione con la corrente elettrica, dita schiacciate con la porta, oltre alla violenza sessuale, un reato comune, che può essere commesso da chiunque contro chiunque: la legge non specifica il sesso né del reo, né della vittima.

Un’altra rilevante forma di violenza contro gli uomini è quella domestica: sono sempre più numerosi i casi accertati di uomini, membri di coppie, che denunciano abusi realizzati con differenti modalità.

I numeri tedeschi

Nel 2019, in Germania le vittime della violenza maschile sono state 119, e i casi di violenza familiare 119 mila circa. Nel 2017 le vittime furono 141.

L’aumento delle violenze domestiche – anche contro gli uomini – è stato uno degli effetti collaterali dei lockdown durante la pandemia, non solo in Italia: in Germania nel 2020 sono state quasi 2.000 le richieste di aiuto. Proprio in Germania uno studio effettuato nel 2020 ha rilevato come circa un uomo su 10 abbia subito violenza fisica, mentre uno su 4 violenza psichica da parte del o della partner.

Papà separati: la piaga silenziosa

Da ricordare anche che la vittima della storia riportata è un papà separato, una categoria spesso dimenticata e trattata come genitori di serie B.

Basti ricordare alcuni dati.

Secondo la Caritas, su 4 milioni di papà separati, sono circa 800 mila quelli che vivono sulla soglia di povertà. Il 66% circa non riesce a sostenere le spese per i beni di prima necessità.

Da ricordare anche i 2 milioni di padri separati vittime di false accuse che, a volte, portano la vittima a commettere un gesto estremo. A tal proposito da sottolineare che sono 200 i padri separati suicidi l’anno.

Ci sono anche date che ricordano queste tragedie, spesso annunciate, come il 7 aprile volto a ricordare proprio i papà separati che si sono tolti la vita.

Si parla di una società che va educata all’uguaglianza e all’inclusività ma i fatti di costante discriminazioni come quella subita dall’universo maschile, spesso e volentieri silenziata, dimostrano ben altro. Nessuno nega né minimizza la violenza sulle donne, madri incluse, ma è anche vero che una violenza non esclude l’altra. Come è altrettanto vero che la legittima difesa vale anche per l’uomo a prescindere che l’aggressore sia o meno “il gentil sesso”. Art 52 del codice penale docet.