Pedopornografia: smantellata la rete del Nord Italia

Pedopornografia: smantellata la rete del Nord Italia

 

Pedopornografia: smantellata la rete del Nord Italia – La piaga della pedopornografia colpisce ancora confermando i dati agghiaccianti che la riguardano.

Questa volta siamo in Lombardia, dove la scorsa settimana sono state arrestate cinque persone accusate di produrre e conservare un ingente quantitativo di materiale pedopornografico.

Secondo gli inquirenti, infatti, avrebbero prodotto filmati in streaming inducendo bambini anche di 7 o 8 anni a compiere atti sessuali.

Smantellate le cellule nel Nord Italia

Una di queste, tra l’altro, avrebbe commesso abusi sessuali su due bimbe.

Un arresto avvenuto dopo mesi di indagini. Si parla addirittura di 21 perquisizioni della Polizia di Stato nelle province di Como, Lodi, Milano, Varese, Pavia e Monza Brianza.

Tra l’enorme quantitativo di pedopornografia rinvenuta nei dispositivi delle 5 persone in arresto, ci sarebbero anche contenuti aventi ad oggetto abusi sessuali su neonati.

Un’operazione nata dal Centro Nazionale per il contrasto alla pedopornografia online, coadiuvato dal Servizio di Polizia postale.

Il comunicato dell’associazione Meter

I 2 organi, mesi fa, erano stati contattati nell’ambito di un’operazione internazionale di lotta alla pedopornografia che vedeva coinvolti degli utenti italiani detentori e diffusori di materiale sensibile.

Uno scenario macabro confermato dalle parole di don Fortunato Di Noto, presidente dell’associazione Meter da più di trent’anni contro la pedofilia e la pedopornografia online: La sfida contro la pedocriminalità non è un gioco. L’impegno è costante ed irrinunciabile ed è faticoso esprimere l’indefessa passione che ogni volontario di Meter mette, per l’infanzia contro gli abusi. I numeri riescono a costruire una realtà, scalfendo le corazze dell’indifferenza e dell’insensibilità. È già troppo un solo bambino abusato.

Sono eccessivi i milioni di bambini che vengono violati nella loro intimità, annientandone la dignità. Sono numeri che raccontano un ‘disordine umano’, raccolgono storie di minori ai quali i pedocriminali – in un rapporto 1:1 – hanno rubato l’innocenza.

Inquantificabili abusi dei quali il web – strumento irrinunciabile e positivo – ha amplificato la drammaticità, la criticità, nei numerosi naufragi dentro le periferie digitali. La pedofilia online rappresenta una gamma di delitti tra i più efferati che si inquadrano nell’ambito della criminalità transazionale.

È così che don Di Noto ha introdotto il Report edizione 2023 preparato dall’Associazione Meter E.T.S. www.associazionementer.org e presentato qualche giorno fa presso la sede Meter di Pachino (SR).

Secondo il Report al primo posto della pedopornografia online ci sono gli Stati Uniti d’America per quanto riguarda il numero di domini con 613 indirizzi verificati e segnalati, seguiti dalle Filippine (215 segnalazioni) e il Montenegro (93).

Il dark web

5.745 i link denunciati quest’anno di cui molto materiale viene smerciato attraverso il deep o dark web, il lato oscuro della Rete dove le associazioni a delinquere di tutto il mondo possono espandere i loro traffici tranquillamente, visto che i siti di questa parte di Internet non vengono indicizzati dai motori di ricerca tradizionali.

Un aspetto che rende possibile, utilizzando un browser di nome Tor, l’accesso in piena riservatezza al deep web con la certezza di agire senza essere identificati.

Un altro aspetto inquietante è il marketing della pedofilia, in quanto un sondaggio tra gli utenti consegue la produzione di materiale secondo le richieste del mercato.

Dal 2002 ad oggi Meter ha segnalato in totale 225.316 link. Dietro ognuna di quelle foto c’è una vittima. I casi seguiti al Centro Ascolto Meter sono stati 220.

Il primato occidentale

Secondo i grafici della geolocalizzazione dei server l’America (3.849 link) e l’Europa (699 link) detengono la maggior parte delle aziende che gestiscono i server che permettono il funzionamento di molti siti o piattaforme in cui si divulga materiale pedopornografico.

Questo dato, che permette di capire il meccanismo economico sottostante, vede i continenti più̀ ricchi come “padroni del web”, fornitori di servizi che i cyberpedofili usano per i propri traffici criminali.

L’accanimento sui disabili

Ma all’orrore non c’è mai fine, visto che, secondo l’OS.MO.CO.P, molte giovani con disabilità vengono contattate sui social network, circuite e indotte a realizzare materiale sessualmente esplicito, un iter spesso seguito da richieste estorsive con la minaccia di diffondere il materiale pornografico.

I minori disabili sono le prede più a rischio perché versano in uno stato di dipendenza nei confronti di chi si prende cura di loro e altresì per la difficoltà ad interpretare l’ambiente che li circonda e a esprimere quanto è successo.

La discesa negli inferi

Una catena di orrori ai quali si aggiunge il fenomeno della Pedomama (l’abuso sessuale femminile), donne, madri che consumano abusi sessuali ai danni di minori.

Tra questi moltissimi i neonati seviziati e abusati sessualmente. A questo si aggiunge anche l’aumento dei filmati pedopornografici con la presenza di animali, soprattutto i cani che, indotti, compiono atti sessuali su minori.

Ma non è finita qui, visto che si tratta di materiale autoprodotto nell’ambito familiare. Minori vittime ma anche carnefici.

Infatti, si parla anche dell’abuso di minori su minori. Spesso sono maschi, prevalentemente adolescenti, in video autoprodotti dove commettono violenze su minori, anche in gruppo.

Dati, vicende, dinamiche che portano alla mente la frase Shakespeariana l’inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui.

Nemes Sicari

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