Riforma Cartabia, che pasticcio

Riforma Cartabia, che pasticcioRiforma Cartabia, che pasticcio – La riforma Cartabia non smette di scatenare polemiche. D’altra parte, non ci si poteva aspettare altrimenti da un provvedimento nato male e cresciuto peggio.

Il regalo ai Boss

L’ultima pietra dello scandalo riguarda il caso di tre capimafia. Nello specifico, la Procura di Palermo è stata costretta a dichiarare l’inefficacia della misura cautelare richiesta nei confronti dei tre boss, accusati di sequestro di persona e lesioni personali aggravate dal metodo mafioso.

Per entrambi questi reati, infatti, la riforma Cartabia ha previsto la querela della persona offesa come condizione essenziale di procedibilità, conseguentemente sono da dichiarare imprevedibili nel caso in cui la vittima non denunci il carnefice.

Il controsenso della riforma

Ebbene, è proprio ciò che è successo nel caso di specie. Trattandosi di 3 mafiosi di rango, coloro che sono stati sequestrati e malmenati, nonostante le insistenze delle autorità, hanno avuto timore di sporgere querela.

Per cui alla fine la misura cautelare, per questi reati, è stata giocoforza revocata per tutti e tre i boss. Un’evidente stortura, dalle conseguenze potenzialmente esiziali.

Questa volta, infatti, i 3 mafiosi sono rimasti in cella, poiché accusati anche di altri crimini – stavolta procedibili d’ufficio.

Tuttavia, è piuttosto facile che in futuro, in casi analoghi, i magistrati si troveranno a dover scarcerare e non poter punire, criminali incalliti e seriali.

Dilettanti allo sbaraglio

Ciò rappresenterebbe un pericolo enorme per la società, tanto più per alcune realtà del sud in cui la mafia beneficia di enorme radicamento ed omertà generalizzata.

D’altronde lo avevamo detto che la riforma Cartabia è un obbrobrio giuridico, inutile quando non dannoso, che non fa altro che rendere ancora più complessi i meccanismi della giustizia.

Tutto ciò favorisce indubitabilmente i colpevoli, fornendo ulteriori scappatoie ai criminali veri. Contestualmente aggravando la situazione di chi è innocente o, pur colpevole di reati bagatellari, viene perseguito con inusitata efficienza, a fronte di una pressoché totale inerzia dello stato dinanzi ai reali delinquenti.