Il post di Saviano travolto dalle critiche

Il post di Saviano travolto dalle critiche

Il post di Saviano travolto dalle critiche – Roberto Saviano, uno dei guru più amati dalla sinistra al caviale, si mette a nudo con un monologo a metà tra la falsa modestia e il narcisismo assoluto. Un compendio di frasi fatte, che pare tratto dalla biografia social di una qualsiasi ragazzina adolescente che pensa di conoscere tutto, ma non sa niente, piuttosto che dalla penna di uno scrittore affermato.

Autogol

Il classico cliché di giornalisti, influencer e Vip, più o meno noti, che si rendono protagonisti di imbarazzanti uscite a sproposito, senza rendersi conto di mietere più “risate” che “mi piace”.

Il paladino del progressismo militante esterna, in un atto di training autogeno, davanti all’obbiettivo della macchina fotografica, il meglio di sé, definendosi “un bisturi che rompa la maschera”, una frase senza senso che prelude allo sfogo libero di una rabbia repressa, odio compresso, contro ciò che lui ritiene essere falso. Tralasciando gli occhi verdi e mogano ereditati dai genitori, si concede di esprimere “fame di tenerezza” che racchiude nella boccia rugosa con cui pensa.

Vittima di se stesso

Prosegue poi, l’orrendo tenebroso – con cui madre natura è stata inclemente – esaltando le proprie imperfezioni: il neo, le mani su cui si regge – evidentemente è un funambolo che cammina sugli arti superiori, e l’anello, forse lo stesso forgiato da Sauron tra le fiamme del Monte Fato, per chiudere come fosse Grisù il draghetto pompiere, volendo bruciare tutti, pur essendosi definito in passato uomo democratico, altruista, progressista e chi più ne ha più ne metta.

La ricerca di notorietà

Se questi sono i risultati del progressismo, Dio ce ne scampi e ce ne liberi. A proposito: non doveva abbandonare la terra natia appena la Destra avesse preso il potere?

Saviano è a tutti gli effetti il componente segreto dei Måneskin, l’ultimo trash man individualista e narcisista che si fa largo sul palcoscenico italiano, di per sé già misero e ridicolo. Lo aspettiamo al prossimo servizio fotografico in calze a rete e tacchi a spillo, lui icona del politicamente corretto solo quando fa comodo.