Roma, 25 novembre: Ambizione non illusione – Oggi a Roma inizia un percorso politico importante. La solita illusione, il solito partitino atto a soddisfare le ambizioni di uno o di pochi? Il tempo è galantuomo per i dubbi e i pregiudizi: se di qualcosa di poco nobile si tratta, ci sarà modo di saperlo in fretta. Per ora, come non rilevare due consistenti novità, contenute nello Statuto o nel documento di fondazione della nuova realtà politica: il rifiuto della “personalizzazione” del partito, quindi, di un leaderismo esasperato; l’assunzione della Costituzione come faro programmatico dell’azione concreta che s’intende sviluppare nella società italiana attuale.
Il Primo punto:
Il primo punto, costituisce una rivoluzione, dopo 25 anni di partiti col nome del “ras” di turno nel simbolo; con la richiesta non del consenso, ma della delega fiduciaria, se non feudale alla persona; incapaci di realizzare e rappresentare qualcosa di diverso dalla temporanea “credibilità mediatica” di chi, al contrario, dovrebbe essere e comportarsi come il direttore tecnico di una nazionale, capace, cioè, di scegliere gli uomini e le donne migliori e di farli giocare nel modo più efficiente e proficuo per il Paese.
Il Secondo punto:
Il secondo punto è altrettanto rivoluzionario, dal momento che sono più di 70 anni che i partiti e le istituzioni ripetono come un mantra di rispettare e osservare la Costituzione, senza fare mai niente per attuarla nelle sue aspirazioni più alte. La Costituzione, insomma, è guardata e anche con riguardo, ma come una donna che, in fondo, non interessa nessuno. Anzi, la si guarda solo per modificarle qualche parte del vestito, qualche accessorio, per di più per indurla a “prostituirsi” agli interessi di pochi e a scapito di tutti gli altri. Di più: per i partiti attualmente in Parlamento, la Costituzione è sacra per uno dei pochi principi – l’Antifascismo – che non contempla, che non contiene nel suo pur lunghissimo enunciato, che rifiutò di ricomprendere nei valori fondamentali della Repubblica.
Indipendenza nazionale
Invece, nelle sue potenzialità progettuali e declinate col paradigma dell’indipendenza nazionale, la Costituzione non solo contiene ancora tante e tra le migliori soluzioni ai problemi del Paese, ma costituisce il terreno ideale e più neutro, nel momento in cui declinano altre categorie politiche divisive ottocentesche e le divisioni ideologiche si dimostrano inadeguate per affrontare le pericolose e mortali sfide del “pensiero unico”, per favorire l’incontro e la collaborazione tra esperienze e culture politiche differenti.
Il ritorno alla Comunità
Solo un’illusione? In un partito che rimette i militanti e gli iscritti al centro dell’organizzazione e che restituisce a un movimento politico quella “democrazia interna” che non esiste più in tutti gli altri, se la ci realtà diventerà consistente, utile e, perché no, vincente, sarà grazie e merito di tutti e di ciascuno. Di persone vere – e non più di “personaggismi” finti -, orgogliosi della propria individualità, ma coscienti che solo la comunità e in comunità si può vincere
Massimiliano Mazzanti
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