Stupro Catania: il silenzio dei media italiani è vergognoso

Stupro Catania: il silenzio dei media italiani è vergognoso – In merito allo stupro della ragazzina di 13 anni da parte di quelle bestie importate a Catania voglio fare un salto indietro nel tempo per verificare che la violenza sessuale quando viene compiuta da extracomunitari, i giornaloni fanno gli gnorri, cominciano dare colpe a chiunque non sia del loro entourage, tirano in ballo il patriarcato, frignano sulla strumentalizzazione dell’ episodio da parte della destra, e cercano di glissare sulla notizia sperando che il tempo sia loro amico e accada qualcosa che oscuri l’episodio di cui si parla.

I fatti di Rimini del 2017

Io purtroppo per questi turpi ideologi ho una buona memoria e faccio un salto indietro nel tempo.

Rimini 14 o 15 settembre 2017: due magrebini minorenni e un congolese prima avvicinano una coppia di giovani polacchi e violentano la ragazza, poi non paghi, rivolgono le attenzioni a un transessuale peruviano che viene violentato.

Dopo essere arrestati, dalla sinistra poche parole di condanna e subito a cercare di difendere l’indifendibile arrivando ad una surreale, bizzarra e vergognosa idea messa in campo per attenuare l’episodio.

La frase choc della Di Genio

Carmen Di Genio, avvocato e membro del comitato pari opportunità della corte d’Appello di Salerno, nel patetico intento di far comprendere e scemare la gravità dell’episodio dice: non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia su una spiaggia non si può violentare (perché in hotel invece sì?), probabilmente non conosce questa regola.

Dopo questa minchiata atomica cercò di mettere un rattoppo dicendo che la frase era stata decontestualizzata, ma ormai quel che è detto è detto e le parole sono quelle cose che una volta pronunciate non puoi averle indietro.

Sono più severi gli altri

Giusto per fare qualche considerazione, in Marocco nel 2023 tre uomini, che per mesi avevano abusato di una bambina di 11 anni, sono stati condannati in seconda istanza uno a venti anni e gli altri due a 10 anni.

In Egitto, da dove provengono questi virgulti delinquenziali nel 2021 è stato approvato un emendamento da parte del parlamento, per cui gli abusi sessuali vengono puniti con pena detentiva di almeno 5 anni e in caso di circostanze aggravanti a 7.

Ancora e per ultima la Nigeria ove, nel 2020, a seguito di ondate di stupri, la legge federale prevede pene tra i 14 anni e l’ergastolo.

Quindi anche nei paesi di provenienza di molti di questi soggetti vi sono pene severe e deve terminare la canea giustificazionista della sinistra progressista.

Le leggi in merito esistono anche in quei paesi e sanno benissimo che la violenza sessuale è un reato orrendo per il quale si è puniti.

Oltremodo quello che è accaduto stride ancora di più vista l’irriconoscenza di questi ragazzi egiziani, mantenuti, sfamati, vestiti con i soldi dei contribuenti e che per ripagare tanta attenzione commettono efferatezze simili.

Dove sono le femministe nostrane?

Poche parole di conforto per la tredicenne che purtroppo porterà con sé l’orrore di quei momenti.

Poche parole anche per il fidanzato, costretto ad assistere alla spietata violenza. Dove sono i comitati di non una di meno?

Tutte zitte le femministe delle correnti piddine, troppo occupate a denunciare gli alpini di molestie o il genere maschile di patriarcato.

Dove sono le onorevoli deputate della sinistra pronte col ditino puntato ad ogni violenza perpetrata dagli orrendi orchi bianchi?

Gramellini una volta tanto ci sorprende

A sinistra vi è stato in verità un sussulto da parte di Gramellini che scrive come la storia della ragazzina tredicenne sia scivolata via un po’ troppo in fretta chiedendosi che se i sette ragazzi fossero appartenuti alla Catania bene ci si sarebbe interrogati sui valori delle generazioni che abbiamo allevato e sulla persistenza della cultura patriarcale.

Lo stesso Gramellini ammette che se gli stupratori sono africani si dà meno risalto alla notizia per paura di alimentare il pregiudizio razzista che induce a ignorare un dato di fatto e a tacere un pezzo di realtà oltre a dare meno risalto alla notizia (Repubblica e Corriere per non parlare del Manifesto: tutti zitti o poche righe).

I media italiani fanno vomitare

In compenso i giornaloni negli stessi giorni erano impegnati a tessere le lodi alla erede di Silvio Pellico alias Ilaria Salis, colpevole però di aver commesso reati in un altro stato, mentre la ragazzina ignorata diventava una vittima di serie C.

Sugli arrivi di questi minorenni non accompagnati, mi duole ammetterlo, non vedo nulla di buono, perché se la volontà di integrarsi non è insita in loro, credo che l’Italia per questi soggetti, sia solo luogo per fare la scalata al mondo criminale, cioè la scorciatoia per far soldi senza lavorare.

A molti dei difensori ideali di ogni nefandezza purché importata, chiedo se al mattino quando si specchiano non siano scossi da conati di vomito intermittenti.

Maurice Garin