Tra idiozia e tradimento

Tra idiozia e tradimentoTra idiozia e tradimento – Secondo Dante, è nell’infernale Antenora che sono precipitati i traditori della patria o della propria fazione.

Ritengo che i vari esponenti del Partito Democratico – per quanto indisponenti siano – non meritino, però, una punizione così feroce, perché il loro comportamento è solo in apparenza assimilabile a quello del traditore vero e proprio, ossia di colui che:

  • compie l’atto di “venir meno a un dovere o a un impegno morale o giuridico di fedeltà e di lealtà”
  • agisce “delittuosamente mascherando le proprie intenzioni contro persone o istituti che hanno fondato motivo di fidarsi”
Ci vuole coraggio anche per tradire

Anche a fare il traditore ci vuole coraggio nonché un minimo di intelligenza mirata alla dissimulazione, caratteristiche che non abbondano in quella fazione politica, in cui abbonda invece presunzione e livore, attributi che fan perdere il senso della realtà.

Una politica antinazionale

Ebbene, più che della volontà di tradire, quel che ha indotto tante volte i vari esponenti del PD ad assumere atteggiamenti anti-nazionali e questa volta a schierarsi a favore della Francia, condannando l’operato del governo italiano in materia di immigrazione clandestina, sono stati sia l’abbarbicamento intorno a una ideologia che ha in uggia la realtà, sia l’incapacità, classica dello sclerotizzato, di cogliere la realtà per quel che è, ossia in parole povere: i comportamenti dell’idiota (dal greco idiótes ossia l’uomo «privato», in antitesi all’uomo «pubblico» il quale rivestendo cariche politiche era per antonomasia colto, capace, esperto. Proprio come non è colui il quale non è in grado di aver contezza della realtà).

Sono gli eredi dei traditori della patria

Circa il tradimento, logica vuole che viene in essere solo se c’é il tradito e nel caso del PD il tradito non esiste perché nel DNA di quel partito l’unica entità suscettibile di essere tradita era la rossa primavera (incarnata in quell’obbrobrio che era l’URSS, miseramente crollata sotto il peso di un’ideologia tanto menzognera quanto feroce), tutto quello che differisce dalla rossa primavera e adesso dalla slavata bandiera multicolore, per il PD semplicemente non esiste perché non è degno di esistere, come per noi non è degno di esistere quell’imprevisto scarafaggio che ci sorprende, facendoci schifo, quando accendiamo la luce. E se l’oggetto del tradimento non esiste: niente tradimento, niente massacri, niente ferocia … solo autoassoluzione.

Il retaggio sovietico

Questo è il ragionamento per cui il PD si autoassolve, un ragionamento improntato da una forma mentis che affonda le sue radici nei gulag, nella repressione spietata, nei lavaggi del cervello e che si è incistato nella loro cervice con il metodo del dottor Pavlov, il quale era arrivato a far salivare un cane solo facendogli ascoltare il trillo di un campanello che il cane associava all’idea del cibo, e  che al piddino fa inconsciamente dire «io so’ io e voi nun siete un c***o» quando si confronta con idee diverse dalle sue.

Un partito A-Nazionale

Svanita poi la rossa primavera dove per i nonni del PD sorgeva il sol dell’avvenir, questa è stata sostituita da un’idea altrettanto farlocca che non può identificarsi con una entità di levatura come la Patria, semmai con un consesso di individui decaduto a fazione. Proprio come il PD, al quale manca totalmente il concetto di Patria : quella «certezza di campi, di are, di tetto, di sepoltura» che si materializza in una unità ben più nobile e alta della fazione ed è definibile come «Il territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni». Ecco perché una nota esponente del PD, secondo l’idiozia che ne caratterizza quel pensiero deviato e deviante, è riuscita a dire «Dio, Patria e famiglia che vita di m***a».

La primavera non è più rossa e il sol dell’avvenir si è tramutato in un arcobaleno slavato, ma la sostanza non cambia per il PD e i suoi scherani, il ragionamento è lo stesso: «io so’ io e voi nun siete un c***o» e la vostra vita è «una vita di m***a».

E’ in questa inconsistenza di pensiero geneticamente alterato che si situa l’attenuante che probabilmente salverà dall’Antenora gli esponenti del PD, i quali hanno la mente così pavlovianamente condizionata a dare a tutti i costi torto a quelli che la pensano diversamente da loro – quindi indegni di esistere – per cui non si rendono conto di comportarsi come coloro che essi stessi – travisandone brutalmente il significato – accusano di essere fascisti.

No, ovviamente! Troppo onore sarebbe per degli ignavi «a Dio spiacenti e a’ nemici sui». Sono solo degli psicopatici, all’eterna ricerca di un nemico da odiare con livore.

L’idiozia democratica

L’aver ascoltato la replica della Senatrice Malpezzi a una conduttrice che le chiedeva un commento sulla inspiegabile reazione francese a un provvedimento del governo italiano sulla ridistribuzione di un centinaio di immigrati clandestini, è stata illuminante: un barcamenarsi, nemmeno troppo imbarazzato, tra vacui pensieri scomodati essenzialmente per nascondere il «core» del problema (ossia che la Francia ci ha volgarmente gabbati per una questione interna e anche internazionale) e arrivare a dire che il governo italiano ha commesso un passo falso rifiutandosi di trattare.

Ma trattare cosa!?

Cosa si nasconde dietro a un’affermazione di questo tipo? Semplice: l’idiozia. Quell’idiozia indotta da condizionamenti pavloviani che induce ad essere degli inconsapevoli maramaldi. Idiozia che, forse, li salverà i piddini dall’Antenora. Maramaldi, ma incapaci di intendere e di volere, tuttavia pericolosi perché, anche se, forse, in maniera incosciente, sono stati pavlovianamente condizionati alla cattiveria fino alla ferocia, per cui, niente Antenora, nemmeno l’inferno, ma l’antinferno, dove stanno «l’anime triste di color che visser senza ‘nfamia e senza lodo».