Una legge per noi, una legge per loro

Una legge per noi, una legge per loroUna legge per noi, una legge per loro – Le parole di scuse di un trentaquattrenne ad un supermercato di Trento, prima della sentenza che lo ha condannato a 11 mesi e 25 giorni sono state: mi scuso, l’ho fatto perché avevo fame.

I fatti risalgono all’ottobre 2021 quando l’uomo, una volta entrato nel supermercato, si era diretto al banco dei cibi già pronti, prelevando una vaschetta contenente alcuni cibi fritti dal valore di 3 euro e due brioches per un totale di circa 8 euro.

Condannato per 8 euro

Scoperto dal personale di sicurezza, aveva cercato di fuggire con quanto rubato e, nel mentre, aveva spintonato un dipendente.

Il supermercato ha portato avanti il caso, finito in tribunale, sede in cui l’imputato ha chiesto il patteggiamento.

Tutto questo in un’Italia che conta una quota di connazionali estremamente poveri e che oscilla tra i 4 e i 6 milioni di persone.

Tutto questo in un’Italia che conta quasi due milioni di famiglie in povertà assoluta.

Le borseggiatrici in TV

Ma tutto questo avviene soprattutto in un’Italia in cui le borseggiatrici, che violano palesemente la legge, vanno nei salotti televisivi con tanto di ruolo di vittima anziché carnefice e senza negarlo, anzi lamentano di essere riprese da cittadini anche quando “non rubano”.

“Contro di noi aggressioni fisiche, filmate anche al bar senza rubare”

Sono queste le parole di denuncia delle borseggiatrici a “Dritto e Rovescio”, accusando i passeggeri che reagiscono con la violenza ai furti sui mezzi pubblici di Milano.

Aggressioni che sono solo il frutto di cittadini esasperati al punto che sono nate delle vere e proprie ronde dei pendolari contro le borseggiatrici della metropolitana.

I cittadini agiscono come possono

Sono diversi i cittadini che quotidianamente si ribellano ai furti delle borseggiatrici.

Contro di loro sono nate anche delle pagine social che con foto e video denunciano la loro presenza sui mezzi pubblici e mettono in guardia i passeggeri dai possibili furti.

Da qui la pratica di fotografare e filmare le ladre.

“Sembra diventata una moda quella di fotografarci, lo fanno anche mentre siamo al bar senza rubare – racconta una di loro – oggi, per esempio, il gestore del bar della metro non mi ha fatta entrare a bere il caffè”, si lamenta la donna.

Due pesi e due misure

Cittadini condannati perché avevano fame e borseggiatrici che lamentano di essere riprese “anche quando non rubano”.

Cittadini costretti a difendersi da sé perché esasperati.

E uno Stato che non vede, non sente e non parla, ricordando nel mentre la giornata della legalità.

Una situazione vergognosamente paradossale che si può amaramente sintetizzare con le parole di Sant’Agostino: “Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?”

Rita Lazzaro