Ungheria: in migliaia per il Giorno dell’Onore

Ungheria: in migliaia per il Giorno dell’Onore

 

Ungheria: in migliaia per il Giorno dell’Onore – Come per altre vicende della Seconda guerra mondiale, l’assedio di Budapest durante l’ultimo inverno di guerra – una battaglia che per durezza, ferocia e determinazione non ha nulla da invidiare a quelle di Stalingrado o di Berlino – è una delle pagine volutamente dimenticate dalla storiografia dei vincitori.

Una battaglia durante la quale, nella Budapest circondata e attaccata dall’armata rossa in piena avanzata, soldati dell’esercito magiaro, tedeschi, SS ungheresi e giovanissimi miliziani delle Croci Frecciate ungheresi hanno conteso al nemico la loro città trasformata in “Fortezza Budapest” e difeso la sua popolazione dall’invasore comunista.

Una pagina di storia dimenticata

Nella città bombardata e in fiamme gli operai continuavano a produrre bombe e panzerfaust per i combattenti, tra i quali molti erano ragazzini anche di soli 15 anni mentre da occidente, le divisioni ungheresi e tedesche contrattaccavano e cercavano invano di rompere l’accerchiamento e soccorrere gli assediati.

Alla fine, dopo due mesi di battaglia, gli ultimi difensori, arroccati intorno al castello di Buda, rifiutando di arrendersi nonostante la situazione fosse ormai disperata, si gettarono in un ultimo assalto di massa – ungheresi e tedeschi, militari e civili – per tentare di passare le linee sovietiche e raggiungere la salvezza del territorio ancora tenuto dalle forze tedesche e ungheresi.

Fu un massacro e solo poche centinaia tra soldati donne e bambini, riuscirono a passare.

Il sacrificio di quegli eroi, volutamente ignorato o offeso dalla storiografia ufficiale per decenni, non è stato vano. Dopo la caduta del comunismo la ricorrenza dell’ultima sortita disperata è diventata il giorno degli Eroi, assumendo l’aspetto di un Mito nazionale per tutti i migliori identitari ungheresi e non solo.

La manifestazione a Budapest

Anche quest’anno nei giorni 10 e 11 febbraio, i patrioti ungheresi e in special modo il movimento Legio Hungaria (https://legiohungaria.com/tagsearch.php?tag=Festung%20Budapest), hanno voluto commemorare gli eroi di allora a dispetto di tutte le difficoltà: divieti polizieschi, demonizzazione mediatica, aggressioni dall’estrema sinistra – come quella che l’anno scorso ha visto un patriota isolato preso alle spalle da nove antifascisti – e persino interferenze on line per interrompere e far tacere i canali di comunicazione dei nazionalisti.

A dispetto di tutto e tutti, i militanti nazionalisti si sono radunati e inquadrati in massa per una prima commemorazione con deposizione di corone di fiori e si sono successivamente sparsi per il parco cittadino. Circa 3500 militanti ungheresi ma anche stranieri, hanno preso parte alle diverse iniziative, tra le quali un concerto e un tour sui luoghi della battaglia.

Sulle tracce degli eroi magiari

Ma ancor più suggestiva è l’iniziativa della domenica sera, quando i manifestanti hanno ripercorso il sentiero degli eroi, il cammino seguito nel febbraio 1945 dai combattenti e dai civili determinati a sfondare l’accerchiamento o a morire, piuttosto che arrendersi. Lungo tutto il Sentiero degli Eroi, i militanti nazionalisti hanno marciato deponendo ceri accesi a illuminare l’oscurità della notte e a ricordare che il sacrificio di allora è destinato a dare frutti anche in futuro.

Marzio Gozzoli

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