Vincenzo Sulis: bandito e rivoluzionario

Vincenzo Sulis: bandito e rivoluzionario

 

Vincenzo Sulis: bandito e rivoluzionario – La storia della Sardegna non può prescindere dalle vicende di un patriota sardo delle terre del Nuorese, Vincenzo Sulis.

Sulis, seguendo i desideri dei genitori è un giovane studente ma così irrequieto da arrivare a interrompere gli studi per una vita libertina, ai limiti della legalità.

Venne persino arrestato per banditismo, prima di ottenere la grazia e diventare, terminati gli studi, uno dei notai più in vista della regione.

A capo dei moti di fine ‘700

Nei moti indipendentisti e rivoluzionari, avvenuti tra il 1793 e il 1796 di cui avevamo già parlato, egli si inserisce come patriota contrario agli interessi francesi e fautore delle libertà da sempre riconosciute al popolo sardo.

Compreso che il monarca era vieppiù fautore di assolutismo illuminato, ma cruento e non essendoci speranza per i rivoluzionari, volle legalizzare il più possibile la rivoluzione dei popolani anche facendo da pacere tra i sardi perché venisse imposta il meno possibile la legge marziale.

Cercò quindi di fungere da mediatore per una risoluzione di diplomazia interna tra le masse e il potere sovrano.

Collaboratore di Carlo Emanuele IV

Tuttavia, quando fu scarcerato, quest’uomo, ancora fedele alla dinastia, accolse uno dei monarchi successivi divenendone stretto collaboratore, in quanto quest’ultimo era di fatto condannato all’esilio.

Infatti, Carlo Emanuele IV lo volle come suo consigliere di fatto, ma gli ambienti retrivi della corte lo fecero incarcerare, con pretesti falsi e calunniosi.

Questo dimostra, a conti fatti, che le idee politiche devono essere rispettose delle necessità storiche dei popoli, e non preconfezionate, purtroppo, da individui e organizzazioni esterne, pena il loro fallimento in fase di realizzazione.

Avere di fatto cercato di imporre istituzioni estranee a una nazione porta al fallimento pratico delle stesse.

Cristian Pillitu

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