WWF, COVID e Massoneria

 

WWF, COVID e MassoneriaWWF, COVID e Massoneria – Non tutti sono a conoscenza della circostanza che le origini del WWF, nato nel 1961, appaiono certamente inquietanti rispetto ad alcuni dei suoi fondatori: il Principe Filippo d’Edimburgo (che ne fu anche il Presidente dal 1981 al 1996), il Principe Bernardo d’Olanda e Julian Huxley.

I tre fondatori

Chi erano costoro? Il più noto tra i tre è stato certamente il consorte della Regine Elisabetta, passato alla storia per la sua longevità e per le sue innumerevoli gaffes. Ma, in questa sede, ci preme far menzione del suo pensiero neomalthusiano rispetto al presunto problema della sovrappopolazione mondiale.

Celeberrima la sua frase rilasciata, nel corso di un’intervista rilasciata negli anni ‘80, ad un’agenzia di stampa tedesca: “Se rinascessi, mi piacerebbe essere un virus letale, per contribuire a risolvere il problema dell’eccesso di popolazione” e che seguiva quella alla rivista People nel 1981 in cui fu più esplicito: “La crescita della popolazione umana è probabilmente la più grave minaccia alla sopravvivenza a lungo termine. Sarebbe un grave disastro se non venisse frenata, non solo per il mondo naturale, ma per il mondo umano. Più persone ci sono, più risorse consumeranno, più inquinamento creeranno, più combatteranno. Non abbiamo alternative. Se il numero non è controllato volontariamente, sarà controllato involontariamente da un aumento delle malattie, della fame e della guerra”.

La mano della massoneria

Si noti che Filippo d’Edimburgo, alto dignitario della massoneria inglese, fu per anni in lotta col cugino Edward Duca di Kent, per ricoprire il ruolo di Gran Maestro della Gran Loggia Unita d’Inghilterra.

Il Principe Bernardo d’Olanda, altro fondatore del WWF, nel 1954 è stato tra i promotori della nascita, assieme al banchiere statunitense David Rockfeller, di uno dei circoli mondialisti e paramassonici più influenti come il Bilderberg che riunisce, rigorosamente a porte chiuse, i più influenti politici, economisti,

banchieri, industriali per dettare le agende dei governi secondo i desiderata delle élites finanziarie mondiali. La domanda nasce spontanea – Che ci fa tra i fondatori del WWF, uno dei fondatori del Bilderberg Group? -.

Huxley

Più sconvolgente è la presenza di Julian Huxley tra i nomi che hanno fondato il WWF. Chi era costui? Era membro della “Società Eugenetica”. Ora, l’eugenetica, in sintesi, pretende di migliorare la razza umana attraverso la facilitazione della riproduzione dei migliori e l’impedimento di tali pratiche a chi potrebbe peggiorare la stessa. Da qui al razzismo biologico, il passo è breve. Julian Huxley è stato anche il primo direttore dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.

Dalla lettura di un suo libretto, intitolato – UNESCO: il suo scopo e la sua filosofia – é possibile comprendere meglio la filosofia che regge l’Istituto della massonica ONU e che guiderà il WWF: “L’UNESCO dovrà sbarazzarsi di ogni visione (…) ultraterrena (…) é essenziale per l’UNESCO un approccio evoluzionista per consentire agli individui la propria piena realizzazione attraverso l’autotrascendenza”.

Siamo in pieno delirio gnostico e teosofico.

Ed ancora, rispetto all’eugenetica: “(…) sarà importante per l’UNESCO vigilare affinché il problema eugenetico sia esaminato con la massima cura e la pubblica opinione ne sia tenuta al corrente affinché ciò che ora è impensabile possa per lo meno divenirlo”.

Il mondo nuovo secondo Huxley

Nella seduta plenaria del 20 novembre del 1946 tenutasi a Parigi, Julian Huxley ebbe modo di chiarire meglio il suo pensiero: “(…) quanto alla Chiesa Cattolica, essa dovrà essere gradualmente purgata dalle sue dottrine intransigenti e particolari e non conserverà che le espressioni basilari della religione condivisibili con una vasta fraternità religiosa e culturale che dovrà includere tutti i culti e tutte le civiltà”.

Un attacco alla dottrina ed al compito stesso affidato alla Chiesa Cattolica direttamente da Nostro Signore Gesù Cristo a Pietro ed ai suoi legittimi successori che sarà reso possibile, nell’ordine temporale, dal Concilio Vaticano II. Per inciso, Julian Huxley era il fratello di Aldous Huxley sodale del “mago satanista” Alesister Crowley che lo introdusse nell’Ordine massonico “Golden Dawn” dove prese dimestichezza con l’uso delle droghe psichedeliche come l’LSD, quale strumento per aprire le porte di nuove percezioni sensoriali e per diffondere la “controcultura della droga” tra i giovani.

L’avventura californiana

Tra il 1932 ed il 1945 lo ritroviamo in California dove fonda una “succursale” della Golden Dawn contribuendo alla diffusione dell’LSD, col beneplacito della CIA, come detonatore della rivoluzione del 1968. Nel 1960 viene nominato Professore del MIT, Massachusetts Institute of Technology, think-tank del neomalthusiano Club di Roma.

Il Club di Roma

Ed il cerchio si chiude perché il Club di Roma, nato nel 1968 anche con i finanziamenti dei Rockfeller, vide tra i suoi co-fondatori Aurelio Peccei, membro direttivo della FIAT e del Bilderberg Group. Il Club di Roma si autoproclamava quale “centro di riflessione per l’umanità” e vedeva le collaborazioni di scienziati, banchieri, filosofi ed umanisti. I rapporti periodici del Club di Roma spaziavano nei più diversi campi: ecologia, risorse, sviluppo, solidarietà, scenari futuri. In particolare, nel 1970 venne pubblicato e diffuso, ad opera del Club di Roma, un volume dal titolo eloquente: – Limiti dello sviluppo – che, basandosi su algoritmi e complicati modelli matematici, simulava la capacità di carico del pianeta in uno scenario prospettico.

Il risultato era, ovviamente, catastrofico: il pianeta terra non avrebbe ulteriormente sopportato un ulteriore incremento della popolazione perché, in un’ottica malthusiana, il tasso di crescita della popolazione viaggiava ad un ritmo decisamente superiore rispetto a quello della crescita delle risorse. Occorreva intervenire immediatamente perché – altrimenti – non ci sarebbero state risorse sufficienti per tutti.

Il filo rosso che unisce pro abortisti ed ecologisti

E, quindi, non c’è affatto da meravigliarsi se i militanti di un certo ecologismo si ritrovino fianco a fianco con coloro i quali difendono l’omicidio-aborto.

Infatti, In una lettera del 22 marzo 2017, una serie di associazioni verdi si sono rivolte a diversi politici statunitensi per chiedere di non abolire il finanziamento pubblico, decretato dall’amministrazione Trump, alla potentissima lobby abortista Planned Parenthood.

Chi tifava per il COVID?

L’esperienza del COVID-19 ha mostrato anche il vero volto di questo sottobosco ambientalista.

L’ecologista Gunter Pauli, fanatico sostenitore della famigerata “decrescita felice”, sodale di Beppe Grillo e consulente di Giuseppe Conte, in pieno lockdown scrisse un tweet: “La Terra torna a respirare. Decenni di eccessivi consumi e produzioni hanno lasciato un tributo da pagare. E improvvisamente un virus ci ha fermato”.

Klaus Schwab, già frequentatore delle riunioni del Bilderberg Group e capo del Forum di Davos, nel suo libro (“Covid-19: The Great Reset”) pubblicato in piena “pandemia”, osservò come l’epidemia di CoVid-19 costituisse una «grande opportunità [per] ripensare, reimmaginare e resettare il nostro mondo».

Il leader del WEF sottolineava che a prescindere dalla «realtà […] le nostre azioni e reazioni umane […] sono determinate dalle emozioni e dai sentimenti: le narrazioni guidano il nostro comportamento», lasciando intuire che, con una narrazione adeguata da parte dei media mainstream, sarà possibile indurre un po’ per volta il cambiamento dall’alto. Ed alla domanda: – quando si tornerà alla normalità -?

Schwab è tagliente:  «Mai!».

Che fare?

Mantenere la barra dritta ed abbeverarsi alle fonti limpide, chiare ed incontaminate della Vera Dottrina che vede il Creato come un “ponte” verso Dio.

Lo stesso San Tommaso, infatti, tra i vari argomenti tesi a dimostrare l’esistenza di Dio, compie un cammino a ritroso: dalle creature si giunge al Creatore.

La natura non è solo a servizio del sostentamento materiale dell’uomo, vertice della Creazione, ma anche a servizio del suo perfezionamento spirituale e morale.

Questo è il senso più completo di quella che potremmo definire “ecologia cristiana”: non solo rispettare il creato per non offendere il Creatore ma far rientrare tutto il creato in quella lode a Dio che gli uomini, il cui intelletto e volontà non sono inquinati da ideologie fallaci, sono in grado di dare.

di Gianvito Armenise