Amici, compagni, fratelli o camerati: contr’ordine!

Amici, compagni, fratelli o camerati: contr’ordine!

 

Amici, compagni, fratelli o camerati: contr’ordine! – La si smette di pensare e scrivere che Giorgia Meloni, Matteo Salvini o chicchessia nel Centrodestra abbiano abbandonate la linea, l’ispirazione e l’aspirazione sovranista. Giammai!

Non sono loro a essersi dimostrati ipocriti o, quanto meno, incoerenti, nei passaggi dall’opposizione al governo: sono gli elettori ad aver equivocato.

Certo, il rischio di cadere nell’equivoco era altissimo e non è che i cittadini possano essere considerati una massa di imbecilli, per questo.

D’altro canto, nell’auspicare un ritorno potente al concetto di Sovranità nella politica italiana, nessuno dei leader dell’attuale maggioranza – più altri meno fortunati di loro – ha mai messo nero su bianco la specificazione circa il ruolo che avrebbero voluto svolgere e far svolgere al Paese, in una “cornice sovrana”.

La ricerca di un Signore

Tutti hanno pensato, infatti, che il Sovranismo avrebbe trasformato la comunità in Sovrano quando, invece, sottintendeva solo la spasmodica ricerca di un Signore a cui affidare le fortune dei rispettivi partiti.

Fratelli d’Italia, è chiaro, ha scelto l’America, passando con disinvoltura dall’ammirazione incondizionata per Donald Trump alla resa senza condizioni alle pretese di John Biden.

Adesso è la volta della Lega che, mentre infuriano e si moltiplicano nel mondo le proteste contro l’inaudita e inaccettabile reazione di Israele all’attentato del 7 ottobre, chiede al Parlamento di prendere in considerazione l’eventuale riconoscimento dello Stato palestinese solo dietro gli eventuali gradimenti e autorizzazione del governo di Tel Aviv.

Una posizione che ha la stessa intelligenza e logica di quella che avrebbe la richiesta di festeggiare la Pasqua solo se gli abbacchi sono d’accordo o, negli Usa, il giorno del ringraziamento esclusivamente col permesso dei tacchini…

Insomma, continua la corsa alla “protezione internazionale”, forse memori – e ancora terrorizzati – di ciò che, per altro, tutti negano o fanno finta di non sapere che sia accaduta: la defenestrazione di Silvio Berlusconi causa di una manovra internazionale.

Giorgio Napolitano

Ed è curioso, per lo meno curioso, che coloro che fan finta o negano recisamente che il Cavaliere sia stato vittima di una congiura tra Parigi, Berlino e Roma – anche perché non si potrebbe, nel caso, additare tra i responsabili Giorgio Napolitano, in virtù del “rispetto istituzionale” -, siano tanto preoccupati di trovarsi un “mentore”, un “nume tutelare”, un “forte sponsor” fuori dai confini nazionali.

Poi, sia chiaro: se queste posizioni – come dimostra l’inquietantissimo episodio di Firenze – porteranno alla recrudescenza di forme terroristiche nel nostro Paese, con eventuali e probabili conseguenze per gli italiani, la colpa sarà dei fondamentalisti, degli estremisti, di tutti coloro i quali non si vogliono rassegnare a essere bastonati, sottomessi e anche uccisi.

Tutte pretese che, fuori dall’Occidente, sono evidentemente considerate lussi non ammissibili. Ormai, a questo si è ridotta la politica italiana: a una gara a chi si dimostra più acquiescente ai desiderata dello straniero, in una sorta di riedizione dell’Italia non preunitaria, ma addirittura Cinque-Seicentesca, quando era in voga il detto: Franza o Spagna, purché se magna.

Ma senza che la gente che lavora e fatica sul serio sia mai invitata al banchetto. No, quella deve sempre e solo passare alla cassa.

Quando i sudditi del Sovranismo hanno terminato il banchetto a base di briciole.

Massimiliano Mazzanti

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