Auto: l’Europa è tedesca

Auto: l’Europa è tedescaAuto: l’Europa è tedesca – Non si è verificato lo sperato accoglimento delle richieste italiane e i biocarburanti sono stati bocciati nella votazione del Regolamento sui motori 2035. Quindi, a meno di ripensamenti in occasione del riesame pianificato per il 2026, il futuro dell’automotive europeo contemplerà solo propulsori elettrici o endotermici alimentati con e-fuels, di cui abbiamo già parlato (qui). Sotto certi aspetti ci sarebbe da essere comunque soddisfatti perché il voto ha salvato il motore endotermico, ma la realtà nasconde aspetti meno esaltanti.

Deutschland Über Alles

Anzitutto abbiamo assistito all’ennesimo trionfo schiacciante della Germania, che ha ribadito, semmai ce ne fosse stato bisogno, la sua egemonia indiscussa su quella che ci si ostina a chiamare Unione Europea ma che sarebbe più corretto definire regno Franco-Tedesco. I teutonici hanno trattato separatamente con la UE, ottenendo la deroga sugli e-fules, deroga negata, come detto, ai biocarburanti proposti dall’Italia.

In cosa si tradurrà questa scelta?

Gli ultimi due anni di estenuanti trattative, con ripensamenti, illusioni, delusioni e rovesciamenti di fronte, hanno creato un clima di grande incertezza nel mondo automotive, che ha bisogno di tempi lunghi per pianificare le proprie attività. Quasi tutti i costruttori hanno rotto gli indugi, investendo massicciamente sulle vetture elettriche e molti – Volvo, Jaguar, Audi, Gruppo Stellantis, per fare alcuni nomi – hanno previsto nei loro piani industriali di sospendere la produzione di motori endotermici ben prima del 2035. Questo fa pensare che, regolamento o no, le possibilità di acquistare un’auto endotermica già dopo il 2030 saranno piuttosto limitate.

E gli e-fuels?

Sugli e-fuels la Germania ha investito, la Porsche ha testato a lungo una 911 alimentata con questi carburanti, con esiti incoraggianti. Ma si tratta di una tecnologia ancora da affinare, basta pensare che i carburanti sintetici ad oggi sono prodotti da un solo stabilimento al mondo – si trova in Patagonia, ma non è questo il problema – richiedono, come già ricordato nel precedente articolo, ingenti quantità di acqua e di energia elettrica e, al momento, hanno il modico costo di circa 27,00 €/litro. Certo, è un costo destinato a diminuire notevolmente una volta che il processo sarà industrializzato – l’anno scorso ne sono stati prodotti appena 130.000 litri – ma l’e-fuel non si preannuncia come prodotto economico. Se il suo impiego sarà prevalentemente su vetture sportive o di alta gamma questo dettaglio sarà accettabile.

La mobilità per le fasce di reddito medio basse

Che prospettive ci sono allora per soddisfare il bisogno di mobilità per le classi meno abbienti? Come visto, la “e” di e-fuels non sta per “economico”, le vetture elettriche continueranno probabilmente, anche se in misura minore, ad essere costosissime, i motori a carburanti fossili sono stati condannati quale capro espiatorio della ossessione verde.  I biocarburanti potrebbero essere un’alternativa? Sono già collaudatissimi e hanno ancora margini di miglioramento – anche sotto il profilo delle emissioni – , costano poco – 1 litro di Super etanolo meno di 1 euro -, vengono prodotti in diversi paesi, tra cui l’Italia. Peccato che non godano della simpatia dei tedeschi…

Raffaele Amato