Bazzecole: “A Milano non esiste un problema di sicurezza”

Bazzecole: “A Milano non esiste un problema di sicurezza"Bazzecole: “A Milano non esiste un problema di sicurezza” – Infatti, a Milano (Gotham City) vincono le percezioni non i fatti, lo predica il Sindaco Sala da anni, adesso lo sostiene il Ministro Piantedosi che offre un inaspettato assist al sindaco dai calzini arcobaleno.

Smentito il Questore

Lo fa al vertice per la “sicurezza” smentendo, di fatto, il questore di Milano Giuseppe Petronzi che meno di un mese fa affermava:

«Preoccupano i 400 reati a sfondo sessuale, che confermano un’insidiosa tendenza alla sopraffazione sulle donne. Ne sono riprova i 380 casi di stalking e più di 550 episodi di maltrattamenti avvenuti all’interno delle mura domestiche».

Ma Piantedosi, Ministro degli Interni del Governo Meloni, intervenendo al vertice sulla “sicurezza” in Prefettura, afferma che

“A Milano non esiste un problema di sicurezza” e che “È evidente che esiste un problema di percezione di insicurezza e a questo prestiamo grande attenzione”.

Insomma, è colpa dei milanesi tutti e delle milanesi in particolare che si preoccupano per bazzecole, quisquilie, pinzellacchere come diceva Totò in una nota gag

Totò( qui per i più giovani) .

Ma dubitiamo che sorridano le vittime delle 6 violenze sessuali denunciate nell’ultimo mese o poco più, la loro percezione è concreta e dolorosamente incisa nella loro vita.

Vittime che sono la punta di un iceberg fatto di soprusi, molestie e stalking che non entrano nelle statistiche perché subite ma non denunciate.

Basta fare una passeggiata nelle periferie o un giro sui mezzi pubblici in tarda sera (consigliamo il filobus 90/91) per avere una concreta dose di “percezione d’insicurezza” … provare per credere!

Quello che fa specie è che un ministro del governo più di “destra” mai visto in Italia utilizzi gli stessi argomenti del sindaco più radical chic, eco-sinistro, mai visto a Milano (un sindaco che fa rimpiangere i comunistoni alla Pisapia).

Probabilmente ai milanesi non resta che avere la “percezione” del cambiamento perché lo status quo è già servito in tavola.