Campanilismo italiano: una riflessione sullo scudetto vinto dal Napoli

Campanilismo italiano: una riflessione sullo scudetto vinto dal NapoliCampanilismo italiano: una riflessione sullo scudetto vinto dal Napoli – I fattori disgreganti delle nazioni sono di due nature: esterni e interni.

Da fuori arrivano gli strali della globalizzazione che può essere economica, culturale e antropologica.

Internamente la minaccia è data dall’assenza di coesione culturale e sociale, dalla carenza di patriottismo, dall’immigrazione straniera e dai particolarismi regionali.

Un Italia spaccata

Se negli anni Novanta l’Italia ha dovuto reggere gli urti “secessionisti” della Lega bossiana, nondimeno a Sud, seppur a corrente alternata, affiora sovente un risentimento antinazionale che di volta in volta ha assunto varie sfaccettature.

Parlammo di recente delle rivolte meridionali tra gli anni Sessanta e Settanta. Quelle però avevano contenuti ideali antisistema, ben lungi dal confluire in pulsioni separatiste o neoborboniche.

Le disfunzioni di carattere amministrativo ed economico accrescono e generano più che un odio verso la Patria, un’avversione profonda verso la Stato. Ora tale avversione si snoda in due correnti di pensiero.

Coloro che lamentano l’assenza dell’autorità, specialmente laddove occorre fronteggiare l’illegalità e la piaga malavitosa, e coloro che, all’opposto, rinfocolano il rancore antiistituzionale proprio perché refrattari alla legalità e al concetto stesso di bene comune.

Lo scudetto al Napoli

I trionfi sportivi di Napoli, ad esempio, si traducono nell’occasione giusta per far rifiorire il sentimento di revanche di una parte di napoletani (più che dei meridionali) verso la Nazione italiana: la cattiva matrigna, a loro dire, che li avrebbe immiseriti dal 1861.

Si guardano bene, naturalmente, di fare ammenda delle proprie debolezze interne e delle proprie tare attitudinali, spesso, alla base della loro condizione di infelicità.

Essere campioni d’Italia dignifica l’onore della propria città: non ne può diventare la valvola di sfogo delle proprie frustrazioni.

Un campionato che viene da lontano

Il Fascismo, con Arpinati per l’esattezza, ideò il Campionato nazionale a girone unico proprio per lasciar meglio interagire le diverse realtà italiane, e allo stesso tempo, ravvivare l’immagine del campanile.

Il municipalismo sportivo serviva in tal senso da antidoto contro le spinte regionaliste.

Le rivalità tra città, lo spirito di competizione che esso genera pur contenuto nel quadro nazionale, trova il suo culmine proprio nella sfida sportiva.

Il campanilismo italiano

Succede, nel caso di questi giorni, che il Napoli vanti il ruolo di simbolo del riscatto sportivo meridionale, ma che esistano piazze, come la vicina Salerno, poco inclini a subordinarsi alla sua egemonia.

Fisiologico, dato che nel novero delle rivalità sportive, le più accese si sviluppano tra comuni e città limitrofe e sovente parti dello stesso ambito regionale (Bologna-Modena, Verona-Vicenza, Palermo-Catania, Bari-Lecce). Vero anche che un suddetto sentimento sia determinato da ragioni storiche di matrice extrasportiva.

Al contrario dei regionalismi, la sfida tra le città, l’attaccamento ai colori, dinamizza e fortifica in guisa capillare l’amore per la Patria.

Il concetto di Polis è più prossimo a quello di Nazione nel suo complesso, tenuto conto che nell’alveo della civiltà greco-romana l’idea di Patria si compenetrava a quella territoriale della città fortificata, per estendersi nel lungo termine ad una comunanza di interessi più vasta.

Roma assurse ad entità Nazionale il suo ager peninsulare, ponendo fine alle guerre sociali.

Sparta e Atene vinsero il loro perenne antagonismo per compaginarsi e difendere la grecità dalla minaccia persiana.

La “piccola patria” non è altro che la proiezione intima e percettiva di quella più grande.

Legittimo che Napoli, come le altre realtà si contraddistinguano nella loro intima essenza. Rappresenta un punto innegabile, purché’ ognuno rimanga consapevole che si è parte di una koinè superiore, di un patrimonio complessivo di valori, di idee e di sentimenti racchiusi nel nome Italia.

Mario Pucciarelli