Bologna: Via D’Azeglio e lo scivolone di Imagine

Bologna: Via D’Azeglio e lo scivolone di ImagineBologna: Via D’Azeglio e lo scivolone di Imagine – Cos’hanno in comune Lucio Dalla, Cesare Cremonini e Raffaella Carrà?

Sono tre personaggi dello spettacolo legatissimi a Bologna e i testi di alcune loro canzoni sono stati utilizzati per le luminarie di Natale degli scorsi tre anni in via D’Azeglio.

Un segnale di pace

Quest’anno è andata diversamente…A causa della guerra in Ucraina il consorzio dei commercianti di via D’Azeglio ha voluto mandare “un segnale di pace”, scegliendo la celeberrima “Imagine” di John Lennon. Viene intanto da chiedersi come mai sia stata interrotta la tradizione di bolognesità.

Non c’erano forse artisti della zona che hanno scritto brani sul tema della pace? Viene subito in mente Gianni Morandi, ma sicuramente non è l’unico.

Imagine di John Lennon

La perplessità più grande, però, riguarda il testo. Imagine è un inno nichilista, un attacco a tutte le religioni, un’apologia del comunismo. Senza scendere in un’esegesi approfondita del testo, la prima strofa invita ad immaginare l’assenza del paradiso. Procedendo si tratteggia un mondo senza patrie, senza nulla per cui valga la pena di morire e soprattutto senza religione.

No religion

La scritta “NO RELIGION” campeggia nel centro di via D’Azeglio ben evidenziata dalla scritta rossa e da caratteri più grandi, a rimarcare l’importanza del messaggio. Insomma, non esattamente quanto sarebbe giusto aspettarsi in occasione del Natale, per di più a pochi metri dal centro della cristianità bolognese, la Basilica di San Petronio.

La pace della mandria

Quale pace, poi, immaginava Lennon? Non certo quella di un’Umanità redenta dalla Passione del Cristo incarnato. Il testo tratteggia piuttosto la pace di un genere umano simile ad una mandria di buoi al pascolo, appagati dal semplice brucare l’erba (o dal fumarla, se si preferisce), senza alcun sussulto ideale, senza la minima tensione vitale.

La scelta infelice dei commercianti di via D’Azeglio ha fatto sobbalzare nientedimeno che il giornale “Avvenire”, che di solito potrebbe essere scambiato per L’Unità sotto mentite spoglie (anche, ma non solo, per la collaborazione di qualche anno fa con il vignettista Staino, autore di strisce che, a voler usare un eufemismo, si potrebbero definire irriverenti, “Hello Jesus”), che stavolta, giustamente, ha sottolineato il carattere “antireligioso” del Natale di via D’Azeglio.

Il Cardinale Zuppi

Avvenire è il giornale dei vescovi, ma ci ha pensato proprio il loro presidente, il cardinale Zuppi, a sedare le giuste rimostranze episcopali, dichiarando, non senza un sottofondo di stridio di unghie che scivolano sugli specchi, che le frasi incriminate su Paradiso e religione, erano state, a suo avviso, “estrapolate dal contesto”…

Che dire?

Il consumismo sta da tempo trasformando il Natale in una festa senza il festeggiato. In via D’Azeglio abbiamo avuto la festa contro il festeggiato. Auspichiamo che, in futuro, il consorzio dei commercianti faccia uso di maggiore accortezza, per non doverci trovare, magari l’anno prossimo, delle luminarie con un testo di Marilyn Manson.