Ora le chiacchiere stanno a zero

Ora le chiacchiere stanno a zeroOra, le chiacchiere stanno a zero! Primo giorno dell’anno, aumento della benzina e delle tariffe autostradali; non passano 24 ore e, seguono subito i rincari degli autobus, delle metropolitane e dei trasporti pubblici.

I rincari dei prodotti

Non bisogna avere un master della Bocconi, per profetizzare un imminente rincaro dei prodotti, a partire da quelli alimentari, la cui distribuzione avviene “per gomma”. Il gas “non russo” sta calando, ma misteriosamente dappertutto tranne che nel peso delle bollette degli italiani. Ammesso e non concesso che i provvedimenti della legge finanziaria portino mediamente 1000/1500 euro in più a famiglia – e parliamo delle famiglie meno abbienti -, non sarà giunta l’estate che questi soldi saranno già stati bruciati dall’inflazione e dagli aumenti dei generi di prima necessità e non per permettersi “qualcosa in più”, ma giusto per non alterare il proprio “treno di vita” abituale. “Treno” che, essendo provvedimenti per gli italiani meno fortunati, è composto da sole carrozze di “terza classe”.

Dopo, con l’arrivo del caldo, tutti, anche chi avrà potuto resistere nel brevissimo periodo, cominceranno a ricalcolare in negativo i propri bilanci familiari. Nel frattempo, è facile previsione, l’autocrate ucraino, per sostenere il quale l’Italia avrà bruciato tutte le risorse che avrebbero potuto veramente far partire una robusta ripresa economica, si sarà seduto al tavolo con Vladimir Putin e, spalleggiato da Joe Biden, firmerà un accordo per la pace o per l’armistizio che, guarda caso, trascurerà il fatto che i territori della Crimea e del Donbass ormai incorporati nella Russia… resteranno alla Russia!

Conflitto incolmabile spreco

Mesi e mesi di conflitto e di incolmabile spreco di risorse giusto per prendere atto che, come vuole la saggezza popolare nostrana: cosa fatta, capo ha! Ovviamente, gli Usa non si faranno certo mancare qualche “mortale nemico della democrazia” da combattere necessariamente subito col supporto “spintaneo” – non è un errore di battuta – degli aderenti al Patto atlantico.

Anzi, li si sta già̀ preparando, grazie al circuito mediatico: si amplifica la portata delle proteste in Iran; si tace sulle provocazioni israeliane in Siria; su qualcun altro, la “intelligenza” americana sta già effettuando le analisi di convenienza, prima di decidere se alimentare anche altri conflitti. L’Italia – se ne parlerà più diffusamente nei prossimi giorni – sarà o nuovamente “ristretta” a causa della Pandemia – che non esiste più, ma è facile da far riemergere grazie al potere delle televisioni e all’acquiescenza del sistema mediatico -, oppure impegnata a decidere se sia meglio eleggere il capo dello Stato direttamente o ancora in sede parlamentare.

Purtroppo per la Meloni, però, le ammissione della stessa Pfizer sulla sostanziale inutilità del suo vaccino – che non serve a impedire né la contrazione della malattia né la diffusione del contagio – hanno aumentato e di molto la consapevolezza degli italiani, anche di una parte significativa di coloro che hanno accettato e subito il ricatto del green-pass; mentre alle riforme istituzionali – “roba” che interessa la politica, più che i cittadini – la gente non potrà certo appassionarsi, se mancheranno le risorse per vivere serenamente la quotidianità.

Cosa farà la premier, quindi?

Tornerà alle posizioni di quando era capo dell’opposizione, dalle quali sarebbe possibile far partire un reale cambio di rotta politico e sociale per il popolo; oppure utilizzerà banalmente gli strumenti del potere per tirare a campare fin quando sarà possibile?

Un sospetto c’è, purtroppo, ed è irrobustito proprio dalle voci sulla recrudescenza del Covid in Cina e la moltiplicazione degli allarmi preventivi di queste ore, ma, soprattutto, dalla solita promessa della leader dell’opposizione ancora “mancata” dal capo del governo: dov’è finita la commissione d’inchiesta sulla gestione della Pandemia che era stata annunciata fin dalle ore successive alla lettura dei risultati elettorali?

La battuta è facile, ma c’è molta assonanza musicale tra <io sono Giorgia> e <io sono bugiarda>; solo che Caterina Caselli poteva aggiungere: <nessuno mi può giudicare>.

La Meloni, invece, ha e avrà sempre gli elettori da incontrare. E non <inganni l’ampiezza> dei sondaggi – per parafrasare Minòs -, secondo cui Fd’I sarebbe in trend positivo; poiché balza agli occhi a tutti, come di contro, calino Lega e Forza Italia. La coalizione ha la stessa forza di ieri, solo che non è detto che domani le opposizioni scendano in campo divise come in passato.

O si dà lo stop alla guerra, oppure finirà̀ l’avventura del governo.