Cara Serracchiani, a me nessuno mi paga la pensione, tanto meno gli extracomunitari

Cara Serracchiani, a me nessuno mi paga la pensione, tanto meno gli extracomunitariCara Serracchiani, a me nessuno mi paga la pensione, tanto meno gli extracomunitari – Era da tempo che volevo scrivere qualcosa in risposta a quei politici che, in più occasioni, hanno dichiarato che:“gli immigrati ci pagano la pensione”.

Una delle più agguerrite sostenitrici di questa teoria è senza dubbio l’ex Presidente del Friuli-Venezia Giulia, la pidiellina Debora Serracchiani. Ebbene, mai dichiarazione fu più errata, ma chiaramente anche la Serracchiani lo sa, solo che, nella convinzione della sinistra, pensa che tutti gli italiani sono idioti ed utilizza questo argomento per convincerci che l’accoglienza senza limiti è cosa buon e giusta.

Il sistema contributivo

Ma andiamo con ordine. La pensione non ce la paga nessuno se non noi stessi. Per il raggiungimento della tanto agognata pensione, si ottiene con la “contribuzione previdenziale” che consiste in un premio assicurativo che si paga per assicurare il lavoratore per un determinato evento come la malattia, la maternità, la disoccupazione o la pensione.

Le aliquote contributive interessano i lavoratori e il datore di lavoro. In sostanza si va in pensione grazie ai contributi versati durante la nostra vita lavorativa e basta.

Per lavoratore dipendente sia pubblico che privato il versamento viene effettuato dal datore di lavoro ed in percentuale minore dal lavoratore, percentuali rilevabili anche sulla busta paga. Il lavoratore autonomo li versa con pagamento diretto tramite modello F24. Quindi, nessuno ci paga la pensione se non noi stessi con il nostro lavoro e i nostri versamenti.

Ma allora su quali fantasiosi ragionamenti si basa la teoria della Serracchiani e co?

Le storture dell’INPS

Su una forzatura tendenziosa dell’utilizzo dei soldi versati da parte dell’INPS, ovvero sul fatto che l’Istituto nazionale della previdenza sociale utilizza i soldi che incassa per pagare altre prestazioni e non li mette, chiaramente, in una cassaforte segreta da aprire il giorno del nostro pensionamento.

Li usa insomma per pagare malattie, maternità e quindi anche le pensioni. Ma non utilizza solo i soldi dei contributi dei lavoratori dipendenti, ma anche degli autonomi, i versamenti volontari e tutto ciò che entra nelle sue casse. Il discorso della Serracchiani sarebbe giusto se non fosse che questi soldi non sono “a perdere” ma ritornano al lavoratore al momento della pensione senza perdita alcuna, cosa che fanno tutti gli Enti Previdenziali e le Assicurazioni che gestiscono fondi pensionistici complementari.

Pertanto, se avesse voluto dire una cosa comunque sbagliata ma sicuramente un po’ più vicino alla verità, avrebbe dovuto dire che gli immigrati ci “prestano” i soldi per le pensioni, ma come lo fanno anche i lavoratori italiani e gli stranieri comunitari attualmente in attività, quindi nulla di particolarmente strano.

C’è sussidio e sussidio

Piuttosto, la Serracchiani dovrebbe soffermarsi nello spiegare chi paga le pensioni assistenziali, ovvero pensioni per le quali non è mai stato versato un euro (sociale, invalidità civile, inabilità), ai 60mila stranieri che le percepiscono?

Oppure chi paga l’assegno unico per gli stranieri? Visto che sono più di 2 milioni i lavoratori stranieri, teorizziamo che almeno due terzi percepisca assegno unico ed anche questa spesa non è derivata dalle tasche del lavoratore ma da quelle dell’INPS.

E vogliamo parlare dei redditi di cittadinanza?

Circa 171 mila, tra Europei ed extracomunitari, chi paga questi sostegni al reddito? Per poi non parlare di altre spese, come gli ANF per coniuge a carico (percepito solo da chi non ha figli ma solo il coniuge a carico), oppure spese non incidenti sui conti INPS come le spese sostenute per gli stranieri ospiti nelle patrie galere, l’assistenza sanitaria (basta andare una sera in un pronto soccorso e trovarlo pieno di stranieri, molti dei quali con permessi di soggiorno temporanei o addirittura clandestini), le assistenti sociali per i figli, senza contare scuole primarie ed asili.

In conclusione, cara Serracchiani, leggetevi qualche manuale di previdenza sociale prima di dire baggianate e ricordatevi “Ca’ nisciun’ è fess”.