Che cosa sta accadendo in Polonia?

Che cosa sta accadendo in Polonia?

 

Che cosa sta accadendo in Polonia? – In conformità con quanto votato dal parlamento polacco subito dopo l’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia, la legge per la difesa della patria, la Polonia procede a tappe spedite verso il potenziamento delle forze armate.

Le armi polacche

Nell’arco di due anni, la necessità di incrementare le spese militari ha indotto il parlamento a stanziare il 2,4% del PIL alla difesa (2022) e ad alzare l’asticella al 4% nell’arco del 2023.

Se la Polonia dovesse continuare su questa linea, dovrebbe logicamente stanziare almeno la medesima percentuale di PIL per il 2024, se non addirittura aumentarla.

È evidente che quello polacco è un piano strategico militare proiettato sul lungo termine, che oltre al potenziamento delle infrastrutture e degli armamenti prevede anche l’aumento degli effettivi delle forze armate fino a 300.000 soldati entro il 2030.

Un piano militare che non viene smentito ma anzi confermato.

Il primo esercito europeo

A metà gennaio scorso la Polonia ha annunciato l’aumento in termini di numeri dell’esercito regolare di diecimila persone, mentre il 14 febbraio il ministro della Difesa Vladislav Kosinyak-Kamysh ha dichiarato che la Polonia aumenterà il suo esercito prospettando di raggiungere una quota pari a 220.000 soldati entro la fine del 2024. Il numero delle forze armate continuerà ad aumentare.

La Polonia va rinforzandosi e ricoprendosi da capo a piedi di lamine e di maglie metalliche che l’appesantiscono sempre di più, fino a rassomigliare a un ussaro alato, orgoglioso della sua armatura e della propria lancia.

Tuttavia, sotto quell’usbergo e sotto tutti quegli strati di metallo, nonostante il suo atteggiarsi a cavaliere impavido pronto al confronto con il ruteno, la patria polacca è attraversata nelle sue viscere dal timore e dallo sconcerto che una reminiscenza riprenda vigore e possa ripresentarsi sotto la veste di un’invasione ad opera di un paese confinante.

Una ricordanza che chiama all’appello i fantasmi del passato e rievoca il nemico al di là della Vistola, lungo la sua sponda orientale. Un’immagine drammatica. Tuttavia, quella drammaticità apparente potrebbe custodire una speranza celestiale consona a un miracolo divino se la Polonia prendesse in considerazione e selezionasse opportunamente gli eventi storici “giusti” per sé stessa.

Sì, una chirurgica selezione degli eventi che hanno segnato la storia nazionale e consentanei alla rivitalizzazione del sentimento patriottico-nazionale.

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi

Più di cent’anni fa, nel mese di agosto 1920, all’indomani della Grande Guerra, la Repubblica di Polonia affrontava l’Unione Sovietica nella battaglia di Varsavia, passata alla storia come il ‘Miracolo della Vistola’.

Questo ‘miracolo’, che si inseriva nel più ampio conflitto sovietico-polacco, scaturito dal desiderio dei polacchi di ricostituire la Grande Polonia, vide la controffensiva dell’esercito polacco, comandato dal generale Józef Haller, nel tentativo di respingere e allontanare i bolscevichi dalla capitale di Varsavia: le truppe polacche ebbero ragione dell’Armata Rossa respingendola dalle sponde della Vistola e costringendola a una ritirata disordinata.

Date le scarse probabilità di vittoria, fu il medesimo generale Haller a definire quell’evento un ‘miracolo’, se si considera che prima della controffensiva aveva ordinato la recita di un ottavario di preghiere affinché la Provvidenza intercedesse nella riuscita dell’impresa. Le preghiere polacche ottennero l’ascolto desiderato.

È questo l’evento “giusto” che, oggi come allora, la Polonia vorrebbe ricordare, l’unico che dovrebbe ripetersi ai suoi occhi e nel profondo del suo cuore, qualora la Federazione Russa e lo stato polacco dovessero fronteggiarsi nuovamente in una guerra.

Vedere ancora una volta le sue truppe scacciare il nemico oltre le acque della Vistola.

Le fobie polacche

In un’intervista a inizio febbraio, il ministro polacco della Difesa nazionale Wladyslaw Kosiniak-Kamisz ha affermato che la Polonia è entrata nell’ottica di considerare tutti gli scenari peggiori nel caso di un’aggressione russa contro la NATO, e di conseguenza contro la Polonia.

Un’ansia e un’agitazione interiore che hanno trovato la loro manifestazione esteriore nella “rassicurante” esercitazione NATO ‘Steadfast Defender’, che attualmente si sta svolgendo in un’area compresa tra Germania, Polonia e Mar Baltico.

Un’operazione militare “difensiva” congiunta tra i paesi membri dell’alleanza atlantica che in questi giorni, ironia della sorte, sono impegnati lungo le rive opposte della Vistola, quasi a voler rimarcare l’importanza vitale e il valore simbolico di quel braccio d’acqua, in una scaramantica speranza che l’abluzione dei veicoli militari nelle sue acque valga tanto quanto il battesimo nel Giordano di neotestamentaria memoria, e sia di buon auspicio.

Riccardo Giovannetti

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