Costanzo precursore dei mala tempora

Costanzo precursore dei mala temporaCostanzo precursore dei mala tempora – Personaggi come Maurizio Costanzo hanno il privilegio di esser riveriti da vivi e santificati già durante l’agonia.

Per loro non si attende il miracolo post mortem perché di miracoli, al servizio del potere, ne hanno già fatti abbastanza in vita.

Costanzo mi pare abbia ampiamente meritato la canonizzazione high speed proclamata coram tubo catodico.

Le fotografie concesse a cadavere caldo dalla freddissima vedova sono l’omaggio, in salsa noir, allo stile di un uomo che ebbe la capacità sorprendente di spalancare le porte del privato al pubblico, un pubblico non raffinatissimo, goloso e pettegolo, ma forse non ancora capace, in quegli anni, di immaginare il selfie a bara aperta.

Fu comunque Costanzo ad insinuarsi se non nei catafalchi dei vip, sicuramente nelle loro mutande, anticipando Facebook e stuzzicando il voyerismo di una borghesia che diceva di non guardare i porno, ma che, era chiaro, almeno li sognava.

Una generazione segnata dal Maurizio Costanzo show

Il “Maurizio Costanzo show” fu un Facebook parlato, un Facebook di conversatori più o meno forbiti dove il grande attore si alternava alla sciura di provincia e il caso umano alla pornostar.

Costanzo fu come la morte, un livellatore, ma fu anche un po’ assassino: il contatto diretto del pubblico col personaggio famoso, che sceglieva spesso di rivelarsi nella sua intimità, lo rendeva accessibile e quindi ancora divo, ma certo non più divino.

Salire sul palco del teatro Parioli per molti significò scendere un po’ nell’immaginario degli italiani, per altri fu un momento di gloria fugace, per tanti un trampolino di lancio dal quale alcuni presero il volo ed altri caddero.

Il peggio dell’Italia

Il fiuto di Costanzo per il talento, piccolo o grande, la sua capacità di intrattenimento e quella di far dire ai suoi ospiti ciò che conveniva al programma, sono indiscutibili.

La nuova società che si preparava ai social dava voce, nel suo teatro, a tutti, soprattutto a coloro che sarebbe stato meglio avessero taciuto.

Era il teatro di una sinistra ridanciana, divertita, borghesissima e quasi circense, quella borghesia che avrebbe di lì a poco, partorito la nostra società.

Giudichi chi può.

Irma Trombetta