Da EuroMaidan alla guerra, le mani occidentali sull’Ucraina

Da EuroMaidan alla guerra, le mani occidentali sull’Ucraina

 

Da EuroMaidan alla guerra, le mani occidentali sull’Ucraina – Pubblichiamo volentieri tradotto in italiano, e crediamo di essere gli unici in Italia, un articolo di OstFrontPodcast che ripercorre quanto accaduto in Ucraina dal 1991 ad oggi. L’articolo è interessante perché tramite numeri e statistiche mostra come l’Ucraina sia diventata un paese fallito a causa dell’ingresso di ONG e lobby straniere dopo il golpe di EuroMaidan.

Inoltre, è interessante notare come nel dibattito pubblico russo già si parli della nascente compagine statale della Novorossiya.

Dallo scorso 21 febbraio 2024 sono ufficialmente trascorsi 10 anni da quando ha avuto luogo il colpo di stato di Euro Maidan sostenuto dall’Occidente e i peggiori elementi asserviti all’occidente hanno preso il potere in Ucraina.

L’Ucraina nel 2014 era un guscio svuotato rispetto al suo passato sovietico e imperiale e la presa del potere da parte di elementi fortemente ideologizzati in chiave antirussa al governo ucraino è stata l’ultimo chiodo nella bara che ha reso inevitabile la guerra che stiamo combattendo oggi.

Le mani di ONG e speculatori sull’Ucraina

Nel 2014 una massa di liberali, pseudo intellettuali, omosessuali, banderisti ultranazionalisti è scesa nelle strade di Kiev con l’appoggio della CIA e di altre organizzazioni di intelligence occidentali per rovesciare il governo Yanukovich dell’Ucraina.

Un governo che non era affatto migliore di quello successivo, ma che nonostante tutto manteneva una parvenza di pace tra la parte russa dell’Ucraina e le contee occidentali ucraine.

Maidan ha rotto ogni equilibrio tra le diverse compagini ucraine e ha consegnato il paese nelle mani delle oligarchie occidentali.

La narrativa ucraina per cancellare l’eredità russa

In ossequio al banderismo più bieco furono emanate leggi che vietavano l’uso della lingua russa, anche nei luoghi dove la lingua ucraina non era affatto parlata, un atto che nemmeno il nazionalista ucraino Chernovol appoggiò.

I delinquenti del Settore Destro hanno marciato apertamente per le strade di Kiev portando fucili automatici e ritratti del loro nuovo Cristo, Bandera.

Si stavano preparando a riversarsi nelle regioni inaffidabili e non sufficientemente filo-ucraine come il Donbass per stabilire un nuovo tipo di ordine, la loro tirannia.

Si scatenarono in tutto il paese, distrussero i monumenti sovietici, considerarono tutti coloro che non erano d’accordo con loro come asiatici, moscoviti, terzomondisti e teppisti.

Proprio come oggi. Il governo ucraino ha sistematicamente eliminato tutte le influenze russe nel paese.

Le scuole russe furono chiuse, il doppiaggio dei film era consentito solo in ucraino, i banderisti ucraini furono glorificati nei libri di scuola, gli ucraini furono proclamati i soli cittadini di serie A e i russi furono demonizzati come mostri che causavano ogni problema immaginabile.

I politici ucraini ancora oggi non riescono a parlare la loro lingua inventata derivata dalle opere di Taras Shevchenko mentre ovunque parlano ancora la lingua degli zar.

La zavorra dell’ovest

Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ed ha portato il popolo della Novorossiya a difendersi finalmente da solo dopo gli anni di violenze e schiavitù.

Ora, come rapida aggiunta, vorrei esaminare alcuni fatti sullo stato ucraino dopo l’indipendenza.

L’Ucraina, così com’è adesso e dal 1991, vive in uno stato di crisi eterna.

La Novorossiya non ha potuto svilupparsi perché ha dovuto portare sulle spalle l’intera impoverita Ucraina occidentale.

I lavoratori del Donbass non hanno mai partecipato alle manifestazioni politiche degli anni ’80 che pubblicizzavano il mito della democrazia ucraina e lavoravano per distruggere l’URSS.

Il lavoratore medio del Donbass e della Novorossiya nel suo complesso fa parte da generazioni del cuore pulsante dell’industria di tutta la Russia. I fertilizzanti provenienti da Severodonetsk sono stati utilizzati solo su un sesto della terra coltivata.

Gli oligarchi che piacciono agli USA

Quando i capitalisti misero le mani sulle industrie locali dopo l’indipendenza, fu l’inizio di un’era di agonia per ogni persona media in tutta la Novorossiya e per l’Ucraina nel suo insieme.

Le riforme liberali del mercato non hanno portato altro che inferno e impoverimento, come abbiamo potuto vedere in altri stati post-sovietici (con l’eccezione della Bielorussia).

Il paese era impoverito e le risorse drenate a beneficio di una piccola cricca di oligarchi.

La bolletta dell’elettricità veniva calcolata a ore.

Si trattava di un nuovo modello di società che si era diffuso in tutto l’Est appena liberato, in cui la maggioranza della popolazione era indigente e moriva mentre ogni ricchezza veniva saccheggiata e trasferita nei conti bancari occidentali.

Un paese in caduta libera

Passare in rassegna i numeri è terrificante, paragonare l’Ucraina nella sua forma attuale con la SSR ucraina è un esempio.

La produzione di elettricità nel 2009 è stata del 41,8% inferiore a quella della SSR, la produzione di carne è diminuita del 56%, il latte del 52,6%, lo zucchero semolato dell’81,2% e le barbabietole da zucchero del 77,3%.

Nel 1990 la SSR ucraina ha prodotto 900mila tonnellate di salsicce, nel 2010 l’Ucraina libera ne ha prodotte 281mila tonnellate.

L’industria del carbone, del ferro e dell’acciaio, di cui l’Ucraina Libera ha ereditato un quarto dall’Unione Sovietica, è come ci si aspetterebbe. È quasi morto il tessile, con un calo del 92,8%, il cemento è sceso del 58,2%, l’ammoniaca del 15,7%, l’acciaio del 67,6% e l’acciaio finito del 38,5%.

Forse vi annoierà ma mi limito ad elencare altri due dati statistici. Il numero di trattori che era di 495.000 nel 1990 è sceso a soli 147.000 nel 2011 ed infine il consumo di carne e latticini pro-capite è sceso da 373kg a 205kg.

Ricordate gente, questo è il prezzo da pagare per voler credere alle bugie occidentali di Libertà e Democrazia.

Redazione

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