Dante Alighieri e la Cultura di destra

Dante Alighieri e la Cultura di destraDante Alighieri e la Cultura di destra – Come si sia permesso di azzardare una tale ipotesi, Gennaro Sangiuliano, ministro dei Beni culturali, è anche difficile da immaginare.

Tutto sommato, le feroci reazioni della Sinistra, intellettuale o stupida che sia, sono state, oltre che giustificate, a loro modo, anche contenute. In primo luogo, perché l’Alighieri – è cosa risaputa da anni, specialmente da chi ha frequentato viale Mazzini – è da ormai tanto tempo il ghost-writer di Roberto Benigni, il vero vate del Progressismo italiano, specialmente dopo la scomparsa di Umberto Eco, e a nessuno può essere permesso di violare i contratti di esclusiva.

Prigioniero di Benigni

Tanto più quando hanno un carattere televisivo, dove i milioni di euro scorrono a fiumi, anche perché provengono – almeno per la parte pubblica – direttamente dalla bolletta della luce. E non ci possono essere dubbi sulla volontà del campione del Dolce stil novo nel restare legato, quasi prigioniero si direbbe, dell’augusto collega moderno, il cui unico componimento poetico che si ricordi – grandissima e insuperabile prova di vernacolo – fu una poesiola dedicata ai genitori di Giorgio Almirante, quella che anticipò anche il concetto cinematografico di splatter.

Come possa aver mai pensato – l’improvvido Sangiuliano – che colui che scelse di farsi collaboratore delle performance del comico di Castiglion fiorentino – perché il ghibellin fuggiasco certamente volle lui abbinarsi ad Aeternum nella memoria pubblica e artistica degli italiani a Roberto Benigni, il vate dell’insulto alla madre e al padre del missino – foss’anche disponibile ad adottare Giorgia Meloni, è grottesco interrogativo.

Semmai risposta esistesse, lecito non sarebbe il domandare, se non volgendosi così colà dove si puote ciò che si vuole, avendone, però, quella possibilità che a tutti gli altri umani difetta dall’equinozio di primavera del 1300!

Prime time RAI

Ma anche se l’Alto fattore avesse mai concesso al Sangiuliano di parlare di cose, di cui solo ‘l tacere è bello, in ben altro e ben più grave errore sarebbe incorso, il Nostro.

La Comedìa – o Divina Commedia che dir si voglia -, va bene per un prime-time sulla Rai, specialmente se porta tanti, ma tanti eurini nelle tasche di qualche amico, non certo per i concetti che vi sono magnificati.

Le riflessioni di Dante, teologiche o politiche, poetiche e stilistiche che siano, però, sono démodé nel mondo attuale, dove solo la Usa-culture è diventata, in particolare quando è unita al pensar-pensier-debole, l’unica accettabile matrice della logica (poca) e del (troppo) parlare comuni.

Anche colui che inchiodò secoli e secoli di scrittori di spessore immenso agli ombrosi scranni riservati ai comprimari già con sole quattro parole – il tremolar della marina -, a dimostrar che altri mai avrebbero potuto pensare immagini migliori, allegorie più potenti, sintesi poetiche più ficcanti, anche solo guardando l’acqua sulla spiaggia, oggi chinerebbe il capo al politicamente corretto!

Altro che il Purgatorio: quello è il colle arduo da scalare oggi, protetto da lonze, leoni e da lupe carche di magrezza vogliosi solo di sbranare gli apostati della nuova fede e che dopo ‘l pasto han più fame che pria!

E il Politicamente corretto non ammette errori, non concede quartiere, non lascia impunita la benché minima infrazione?

La Destra vorrebbe quella di Dante, tra le foto dei suoi antenati?

Anche se fosse possibile esaudire tale desiderio, giammai nomar le donne antiche e’ cavalieri per quel che furono nelle epoche buie: donne e femmine, uomini e maschi, madri e padri…

Genitore 2

Tutt’al più, ma proprio al massimo, a non poterne fare a meno, il Sangiuliano, avrebbe dovuto indicare Dante giusto e solo come il Genitore 1 della Destra italiana, anzi, come il Genitore 2, tenendo conto dell’importanza di non offendere Gemma Donati, con cui il sommo poeta strinse all’epoca un patto d’unione civile, oltre che contrarre un secondario matrimonio cristiano.

Insomma, Sangiuliano, un disastro, a meno che…

A meno che – a fronte di tanto sconcio sdegno di una paccottiglia intellettuale che ha veramente stufato con la supponenza e l’alterigia con cui ammorba da decenni il panorama della Cultura italiana – il Sangiuliano o chi per lui nella Destra non avesse la simpatica impudenza, l’irriverenza coraggiosa del Barbariccia, risolvendosi, all’indirizzo loro, di far del cul trombetta!

Ma, poi, è chiaro, Ursula s’indigna, Sergio storce il naso e Mario esclamerebbe: ma non vi si può nemmeno portare fuori!