Donzelli: segreto istruttorio tra satira e politica

Donzelli: segreto istruttorio tra satira e politicaDonzelli: segreto istruttorio tra satira e politica – La Sinistra politica e mediatica che alza gli scudi e attacca il governo per una presunta violazione del segreto istruttorio dovrebbe essere materia di satira, più che di politica.

Ovviamente, trattandosi del Centrodestra, la magistratura ha <aperto un fascicolo>: poco male, lo richiuderanno.

Quel che sorprende, in tutto ciò, è che non ci sarebbe stato affatto bisogno di affondare le mani in chissà quale dossier più o meno riservato, per polemizzare col Partito democratico in tema di gruppi anarchici. Per mettere alle corde gli avversari, infatti, Giovanni Donzelli avrebbe potuto benissimo – e non è tanto una critica, ma un suggerimento – cavarsela con una domanda: in quali città e in quali edifici hanno albergo la quasi totalità dei gruppi anarchici, quelli da cui proviene la manovalanza che sta compiendo attentati in tutta Italia?

Domanda retorica

La domanda è retorica e la risposta è scontata: nelle città amministrate dal Partito democratico e in palazzine, case o stabili di proprietà degli enti locali.

Sedi per le quali, il più delle volte, non è corrisposto alcun canone; se c’è un canone è agevolatissimo; per quanto agevolato, spesso non onorato.

Punto, partita, incontro! Come nel Tennis.

Poi, esistono gli strumenti, in mano al governo e al ministro dell’Interno, per by-passare le amministrazioni locali e pretendere l’immediata chiusura di queste strutture, iniziando a tagliare l’erba sotto i piedi a queste realtà.

Però, bisogna avere il coraggio di farlo, con durezza e determinazione, senza farsi impelagare in discussione comparative con altri gruppi non allineati – che idiozie si sono ascoltate in Parlamento su Casaggì di Firenze – e senza permettere minimizzazioni inaccettabili.

Striscioni “terroristi”

In epoche recenti, abbiamo letto e ascoltato definire attentati l’esposizione di striscioni – da parte di gruppi della destra radicale -, l’accensione di fumogeni – si pensi alla manifestazioni di Forza nuova davanti alla sede di Repubblica a Roma di qualche anno fa -, le scritte sui muri di qualche fazione così detta no-vax; a fronte di ciò, bombe carta e quanto altro si è visto in questi giorni è vero e proprio terrorismo, per quanto alle battute iniziali.

E non è accettabile che, nel 2022, accada ciò che accadde negli Anni di Piombo, quando l’eversione rossa trovava rifugio e agibilità operativa nelle scuole, nelle Università, negli uffici delle amministrazioni locali o nel sostegno diretto o indiretto da comuni e province.

E non è accettabile, nel 2022, che il Pd ottenga la “patente” di soggetto “al di sopra d’ogni sospetto” in base – unicamente – all’autocertificazione che si è prodotta nelle sue sezioni e che si è fatta certificare dalla stampa che controlla direttamente o tramite i giornalisti amici.

Il caso-Cospito è un’ottima occasione, una “spada di damocle” improvvidamente impugnata dal Pd, se il Centrodestra saprà reagire senza timori reverenziali, poiché è “fattuale”, come direbbe Vittorio Feltri, come sia all’ombra degli enti locali che cresca la malapianta eversiva della Sinistra. Un’ombra che dev’essere illuminata subito.