EPIFANIA: LE RELIQUIE DEI SANTI MAGI

EPIFANIA: LE RELIQUIE DEI SANTI MAGI

EPIFANIA: LE RELIQUIE DEI SANTI MAGI – L’Epifania è una ricorrenza cristiana che si celebra dodici giorni dopo il S. Natale ed è la festa della rivelazione di Gesù come Dio. La parola stessa “Epifania” in greco significa “manifestazione” ed è una parola da sempre collegata alla apparizione di una divinità. La Chiesa cattolica associa l’Epifania alla nascita di Gesù e all’adorazione dei Magi arrivati da Oriente con i loro doni a rendere omaggio al bambino Gesù, figlio di Dio.

Melchiorre, Baldassarre e Gaspare portano i loro doni ricchi di simbolismo: l’oro, simbolo di regalità, l’incenso, riferimento alla divinità, e la mirra, resina aromatica utilizzata nell’antico Egitto per le imbalsamazioni, presagio del sacrificio di Gesù sulla Croce.
Il Santo Bambino è dunque vero RE dell’universo, vero DIO, vero UOMO!

Ma dove sono conservate le reliquie dei Santi Magi?

La basilica di Sant’ Eustorgio di MILANO, una delle più importanti della città, conserva le reliquie dei Magi, oggetto tuttora di culto e di una devozione mai interrotta.
Secondo un’antica tradizione i Magi tornarono a Gerusalemme dopo la crocifissione di Cristo e vi morirono martiri. I loro corpi sarebbero poi stati trasferiti da sant’Elena, madre di Costantino, a Costantinopoli, in Santa Sofia. Eustorgio, recatosi a Costantinopoli prima di insediarsi vescovo a Milano, avrebbe poi avuto in dono le reliquie dall’imperatore Costante. Le sacre spoglie sarebbero state trasportate in città in un grande e pesante sarcofago marmoreo trainato da due buoi che, giunti alle porte di Milano, sarebbero crollati esausti. In questo luogo Eustorgio avrebbe quindi deciso di fondare una basilica. I corpi deposti in un’arca marmorea dopo un lungo viaggio su un carro trainato da buoi (vedasi il quinto capitello a destra della navata centrale della Basilica che raffigura l’episodio), giunto nei pressi di Porta Ticinese non riuscì più ad avanzare.

La profanazione del Barbarossa

Durante il saccheggio di Milano da parte di Federico Barbarossa, nel 1164, i fedeli, per paura che le sacre reliquie venissero profanate, le nascosero nella vicina chiesa di San Giorgio in Palazzo, entro le mura cittadine. Ma l’arcivescovo Rainald von Dassel, cancelliere imperiale del Barbarossa, scoprì l’inganno, si impossessò dei corpi dei Magi e li fece trasportare a Colonia, dove tuttora si trovano, custodite in un prezioso reliquiario riferito all’orafo Nicola di Verdun.

L’orefice realizzò il suo capolavoro tra il 1190 e il 1225. “L’arca dei Magi” è considerato il reliquiario più grande e artisticamente sofisticato sopravvissuto del Medioevo; misura 110 cm di larghezza, 153 cm di altezza e 220 cm di lunghezza e pesa 500 Kg.

In Sant’ Eustorgio rimase invece il grande sarcofago sul cui coperchio sono scolpite una stella e la scritta settecentesca “Sepulcrum trium Magorum”.
Nei secoli successivi i milanesi tentarono invano di ottenere la restituzione delle reliquie. Solo nel 1903, grazie all’intervento del cardinal Ferrari, alcuni frammenti dei sacri resti tornarono nella basilica di Sant’Eustorgio. Tuttora le reliquie sono conservate in una teca sopra l’altare dei Magi, nel transetto destro della basilica, esposte alla devozione dei fedeli.

Una grande processione

Ancora oggi, nella solennità dell’Epifania, una grande processione, che vede la partecipazione di migliaia di fedeli, parte dal Duomo di Milano e si conclude davanti alla Basilica di Sant’Eustorgio.

Altre Reliquie sono conservate anche presso la chiesa di San Bartolomeo, nella città Brugherio. Nel 1940 fu celebrato il cosiddetto “Anno Santambrosiano”, estremamente importante per l’arcidiocesi milanese in quanto si ricordava il 1600o anniversario della nascita di sant’Ambrogio. La fama delle reliquie dei Magi attirò numerosi fedeli da tutto il

Decanato di Monza e da Carugate, rendendo Brugherio il centro delle celebrazioni diocesane locali nel giorno 14 aprile, cosa che soddisfece molto l’arcivescovo Ildefonso Schuster. In tale occasione, il reliquiario fu posto permanentemente in una delle cappelle laterali della parrocchiale, esponendole alla folla sempre più crescente dei pellegrini. Le celebrazioni, però, coincisero con l’entrata dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, causando notevoli sofferenze ai brugheresi e Don Camagni, come voto, promise di donare alla cappella votiva dei Magi un altare nuovo cosa che avvenne nel 1946.

Questi “sapienti” rappresentano la dinamica dell’andare al di la di sé – intrinseca alle religioni – una dinamica che è ricerca del vero Dio e quindi anche filosofia nel senso originario della parola. Essi rappresentano il cammino delle religioni verso Cristo.

“Questi uomini sono dei precursori, dei ricercatori della verità, che riguardano tutti i tempi! “

(Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, Milano 2002, pag. 11-112)

Alessandro prof. dott. Tamborini

*Plenipotenziario per le politiche di tutela e promozione del patrimonio storico-artistico- demo-etno- antropologico. Teologo, cattedratico e studioso di Scienze Religiose, Storia e Simbolismo dell’Arte Antica e Medievale.

forziere dei Santi Magi a Milano
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Corteo Dei Magi
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Reliquario “ARCA dei S.MAGI” nella Cattedrale di Colonia.
Reliquario “ARCA dei S.MAGI” nella Cattedrale di Colonia.
La Cattedrale di Colonia
Storia e origini della BEFANA

Il 6 gennaio si festeggia seppur più laicamente la festa della Befana.
Il nome befana deriva del termine Epifania, ma la figura della vecchietta “che vien di notte con le scarpe tutte rotte” appartiene a tutt’altra tradizione.

Si tratta di una figura popolare tipicamente italiana, poco conosciuta nel resto del mondo, che affonda le sue radici nei riti propiziatori pagani legati al solstizio d’inverno e al raccolto dell’anno nuovo.
Esiste però una tradizione che lega la Befana ai Magi: diretti a Betlemme, i Magi avrebbero chiesto informazioni a un’anziana, incontrata lungo la strada. La donna, che si rifiutò di seguirli, si pentì poi della decisione presa. Partì quindi con un cestino di dolci e, fermandosi a bussare a ogni porta in cerca di Gesù, regalò dei doni a ogni bambino che incontrò.
Da allora la Befana girerebbe il mondo, regalando dolci a chi è stato buono, o carbone e infilando i doni nelle calze vicino al camino o appese per la casa.
Celebri in alcune regioni anche i grandi roghi propiziatori.

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