Giovanni Gentile – Firenze 15 aprile 1944

Giovanni Gentile - Firenze 15 aprile 1944Giovanni Gentile – Firenze 15 aprile 1944 – Una delle più brillanti menti filosofiche e politiche del suo tempo, laureato a 22 anni, professore di Liceo per un breve periodo. Nel 1902 ottiene la libera docenza in filosofia teoretica e l’anno successivo quella in pedagogia. La sua biografia ci racconta che è stato professore ordinario di Storia della filosofia all’Università di Palermo (27 marzo 1910), professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Pisa (9 agosto 1914), professore ordinario di Storia della filosofia all’Università di Roma (11 novembre 1917), professore ordinario di Filosofia teoretica alla Università di Roma (1926), commissario della scuola normale superiore di Pisa (1928-1932), direttore della Scuola Normale superiore di Pisa (1932-1943) e vicepresidente dell’Università Bocconi di Milano (1934-1944).

Basterebbe la sola carriera come docente per farne una figura d’italiano e di studioso ai vertici della Cultura del suo tempo.

La scelta di campo

Ma la vera grandezza di Gentile fu quella di mettere la sua Cultura a disposizione dell’Italia entrando a pieno titolo nella Storia del suo tempo.

All’inizio della Prima Guerra Mondiale si schiera a favore dell’intervento in guerra come conclusione del Risorgimento italiano.

La passione politica lo porta a passare dalla cattedra professorale alla funzione di “intellettuale” militante rivelandosi, attraverso i giornali quotidiani, al grande pubblico all’epoca particolarmente attento alla “cultura militante” che dava spessore alle idee e agli ideali.

Nel 1919 firma, con Luigi Einaudi e Gioacchino Volpe, manifesto del Gruppo Nazionale Liberale, che, insieme ad altri gruppi nazionalisti e di ex combattenti forma l’Alleanza Nazionale per le elezioni politiche.

L’adesione al fascismo

Nel 1922 si avvicina al Fascismo e, soprattutto, a Mussolini a cui invierà una lettera in cui scriverà, tra l’altro: “Mi son dovuto persuadere che il liberalismo, com’io l’intendo e come lo intendevano gli uomini della gloriosa Destra che guidò l’Italia del Risorgimento, il liberalismo della libertà nella legge e perciò nello Stato forte e nello Stato concepito come una realtà etica, non è oggi rappresentato in Italia dai liberali, che sono più o meno apertamente contro di Lei, ma per l’appunto, da Lei”.

La riforma Gentile

Questa sua militanza politica e culturale lo porterà ad essere chiamato al Ministero della Pubblica Istruzione attuando nel 1923 la riforma che porterà il suo nome.

Riforma innovativa rispetto alle precedenti leggi sulla scuola e che rimase in vigore sostanzialmente invariata fino agli anni 60.

La nuova scuola elementare si distingueva in un ciclo unico con tre gradi: grado preparatorio (3 anni), inferiore (3 anni), superiore (2 anni).

Il ciclo unico elementare terminava all’età di 14 anni. Riforma organica che prevedeva, insieme, l’istituzione della scuola materna e l’innalzamento dell’obbligo scolastico. Obbligo esteso anche ai ciechi e ai sordomuti per la cui istruzione il ministero mise a disposizione uno speciale stanziamento economico.

Per la scuola Media e Secondaria prevedeva tre licei, con il Ginnasio al vertice del livello della formazione (l’ancor esistente Liceo Classico) quinquennale, seguito da due licei di 4 e 3 anni e dagli istituti Tecnici e professionali.

La Riforma Gentile istituisce il nuovo Istituto Magistrale destinato alla preparazione dei maestri di scuola elementare, segno dell’importanza che il Regime pone nell’educazione dei giovani d’Italia.

Dopo la crisi Matteotti, Giovanni Gentile, lascia il Ministero per dedicarsi all’attività di motore intellettuale della politica del regime pubblicando, nel 1925, il Manifesto degli Intellettuali Fascisti.

L’adesione all’RSI

Favorisce la nascita dell’Istituto Nazionale Fascista di Cultura di cui sarà Presidente fino al 1938.  Ricopre incarichi di prestigio nel mondo accademico e culturale sino al Luglio del 1943 quando rassegna le dimissioni da Direttore della Scuola Normale di Pisa. Il 17 novembre, dopo un incontro con Mussolini, aderisce alla Repubblica Sociale Italiana.

A fine Marzo del 1944, per il suo appoggio alla Leva militare della RSI, riceve numerose minacce di morte. Rifiuta però la scorta armata offerta dal Governo. Con una falsa accusa di aver approvato la fucilazione di alcuni disertori i GAP comunisti organizzano l’omicidio di Giovanni Gentile il 15 aprile 1944. Il 18 aprile fu sepolto, con decreto di Mussolini, nella Basilica di Santa Croce di Firenze.

Alfredo Durantini