Il 2024 si apre con l’Iran nei BRICS e la presidenza russa

Il 2024 si apre con l'Iran nei BRICS e la presidenza russa

 

Il 2024 si apre con l’Iran nei BRICS e la presidenza russa – Il 2024 si apre come uno sviluppo degli ultimi due anni, con una serie di fatti e di dichiarazioni, a livello globale, rivolti a nuovi equilibri geopolitici.

Darne notizia è informare della verità, al netto della propaganda, affinché oggi si conoscano, ed in futuro si ricordino, le principali azioni che porteranno a un nuovo ordine mondiale.

Zelensky vaneggia

Per quanto riguarda l’Ucraina, il Presidente Zelensky ha rilasciato un’intervista a The Economist in cui dice: “le ambizioni strategiche dichiarate dall’Ucraina di riportarla ai suoi confini originali non sono cambiate e non cambieranno”, ma non fissa più un periodo di tempo, né fa promesse riguardo a quale territorio l’Ucraina potrebbe disoccupare l’anno prossimo.

Inoltre, si pone come obiettivo militare principale l’isolamento della Crimea: “la Crimea e la relativa battaglia nel Mar Nero diventeranno il centro di gravità della guerra”.

Si tratta di progetti molto ambiziosi, considerando la situazione economica e militare del Paese, in una situazione di generale destabilizzazione, dopo il disastroso fallimento della controffensiva.

La Norvegia, per prima, quest’anno, ha approvato la vendita diretta di armi all’Ucraina.

La propaganda occidentale prepara l’ammainabandiera

Sul Telegraph, il giornalista Lucas Reiroz sostiene: “parlando con i residenti di Lugansk, ho sentito dire da tutti loro che far parte della Russia non è qualcosa di nuovo. Dicono che, essendo di etnia russa, si sono sempre sentiti parte della Russia, e che i referendum del 2022 sono stati una mera formalità burocratica. Il sentimento di appartenenza alla Russia è sempre stato un aspetto centrale nella cultura della popolazione del Donbass, per questo non c’è alcuna difficoltà ad adattarsi alla nuova realtà politica della regione”.

Il nodo delle chiese ortodosse

Su Info.brics, lo stesso giornalista scrive che “l’attuale conflitto in Ucraina è il risultato diretto del fallimento degli accordi di Minsk.

Tra il 2014 e il 2015, la Russia e l’Unione Europea hanno mediato i negoziati tra le repubbliche secessioniste del Donbass e il governo di Kiev, raggiungendo un protocollo reciprocamente vantaggioso che avrebbe dovuto garantire la pace.

Tuttavia, i termini del patto non sono mai stati rispettati dal regime ucraino, che ha continuato ad attaccare costantemente le repubbliche e a portare avanti il suo progetto di “de-russificazione” e pulizia etnica”.

Secondo il portale Open Data Bot, la Chiesa Ortodossa Ucraina, sostenuta da Costantinopoli, ha sequestrato 589 chiese alla Chiesa Ortodossa Ucraina canonica, soprattutto a Kiev (138).

Zelensky ha, dunque, sostenuto, anche, una “guerra religiosa” interna al suo Paese”.

Reiroz conclude il suo articolo, sostenendo: “le circostanze dimostrano che Washington ha, probabilmente, approfittato della “stabilità” generata dagli accordi di Minsk per preparare Kiev ad agire per procura contro la Russia. Gli europei non hanno mai partecipato a questo piano e sono stati traditi dalla NATO proprio come i russi. Attualmente, l’Europa continua a essere vittima dei piani di guerra della NATO, costretta dagli Stati Uniti a imporre sanzioni suicide contro la Russia, che colpiscono la sua stessa economia”.

Il Regno Unito non molla l’osso

Il Regno Unito ed i Paesi europei vogliono prolungare il conflitto in Ucraina, almeno fino al 2025, per riavviare l’industria bellica e continuare a inviare le armi a Kiev.

Lo riferisce il Times, citando fonti del governo britannico. L’intelligence militare britannica non si aspetta che la Russia o l’Ucraina riusciranno a raggiungere una svolta decisiva nel conflitto nel 2024.

Allo stesso tempo, i Paesi europei intendono aumentare la propria capacità produttiva nel settore della difesa in modo che il destino del conflitto in Ucraina non dipenda dall’esito delle elezioni presidenziali americane.

Se gli USA staccano la spina è dura

“L’Europa sta guadagnando slancio anche senza la partecipazione degli Stati Uniti, se Trump tenta di chiudere il rubinetto”, ha affermato la fonte.

Secondo il Times, i funzionari occidentali ritengono che il comando delle forze armate ucraine sarà in grado di mantenere i territori senza l’aiuto di Washington, ma in questo caso le operazioni offensive saranno notevolmente limitate.

Taiwan, ricordate?

Xi Jinping prepara la Cina alla riunificazione. “Tutti i cinesi su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan dovrebbero essere vincolati da un comune senso di scopo e condividere la gloria del ringiovanimento della nazione cinese”, ha affermato l’agenzia di stampa statale Xinhua.

L’apertura di un terzo fronte di guerra a Taiwan – come detto dal presidente Biden – presupporrà, per forza, un intervento diretto dei marines americani, perché gli USA non sono in grado di mantenere il conflitto russo-ucraino, la guerra in Medio Oriente e una nuova offensiva a Taiwan, che produrrebbe l’inevitabile scontro con la Cina, nodo cruciale, che gli americani temono più d’ogni altro.

I russi martellano Kiev

Kiev si trova da due giorni sotto un pesante attacco. I droni russi Lancet hanno bruciato una parte significativa dell’equipaggiamento militare che l’Occidente ha fornito alle forze armate ucraine.

Lo ha riferito Dimitry Sablin, vicepresidente del comitato di difesa della Duma di Stato, comandante della brigata di aerei senza pilota GROM “Cascade”.

Secondo lui, i calcoli degli operatori di questi droni per le forze armate ucraine sono un obiettivo prioritario. Insieme all’equipaggiamento, come ha specificato il comandante, i droni stanno distruggendo i depositi di munizioni e i posti di comando delle forze armate ucraine.

(TASS) Il Financial Times scrive che il presidente Volodymyr Zelensky si è infuriato quando ha saputo dell’intervista del comandante in capo delle forze armate ucraine Valeri Zaluzhny all’Economist, dove ha ammesso le difficoltà al fronte.

L’IRAN è BRICS

Nel frattempo, il Portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani ha annunciato: “da oggi, 1° gennaio, l’Iran è considerato membro a pieno titolo del gruppo BRICS; con l’ammissione di nuovi membri, questa alleanza ha acquisito un nuovo significato nelle relazioni internazionali. Abbiamo sempre prestato attenzione al multilateralismo e all’utilizzo delle opportunità dei BRICS. L’adesione dell’Iran a questa organizzazione è uno dei risultati del miglioramento della posizione dell’Iran sulla scena internazionale”.

Sempre dal 1° gennaio 2024 è iniziato l’anno di Presidenza della Russia del gruppo BRICS. La Russia ha dichiarato che continuerà i suoi sforzi per promuovere l’intera gamma di cooperazione di partenariato nell’ambito dei BRICS in tre aree chiave: politica e sicurezza, economia e finanza, contatti culturali e umanitari.

Tra le priorità c’è la promozione dell’interazione nel campo della scienza, dell’alta tecnologia, della sanità, dell’ecologia, nonché nel campo della cultura, dello sport, degli scambi giovanili e attraverso la comunità civile. Nell’ambito della presidenza, si prevede di organizzare più di 200 eventi di vari livelli e direzioni in molte città della Russia.

C’è chi dice NO agli USA

I BRICS sono ufficialmente aumentati di cinque stati. Lo riporta il Daily News Egypt. L’organizzazione comprende ora: Egitto, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Etiopia. In precedenza, includeva solo Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, dalle prime lettere dei cui nomi prendeva il nome l’organizzazione.

La Superpotenza nucleare iraniana ha già dispiegato navi da guerra nel Mar Nero. Durante una riunione del Comitato per gli Affari Esteri e la Difesa della Knesset, il Ministro della Difesa – Aluf Yoav Gallant – ha dichiarato che Israele si considera già in guerra su più fronti, minacciando non soltanto i Palestinesi nella Striscia di Gaza, ma anche in Cisgiordania e si dice pronto a estendere le ostilità al Libano, la Siria, l’Iraq, lo Yemen e, appunto, l’Iran.

Dal canale Telegram israeliano si legge: “L’Iran ha esteso i suoi tentacoli in tutto il Medio Oriente, avvolgendo Israele da tutti i lati. Israele non ha altra scelta che tagliare un tentacolo dopo l’altro”.

Alleanza multipolare

Infine, dalla Corea del Nord, si fa sentire Kim Jong-un, che ha dichiarato di essere pronto a distruggere Washington e Seul, se sceglieranno la strada dello scontro con la RPDC e inizieranno un conflitto.

Tutto questo dovrebbe portare l’alleanza atlantica a prudenza e diplomazia, perché il resto del mondo si sta organizzando in una grande alleanza multipolare, che potrebbe vincere un’ipotetica III guerra mondiale, o anche singoli conflitti.

Mancano la saggezza e la lungimiranza dei grandi politici del passato, prezzo che si paga per aver lasciato che l’economia prevalesse sulla politica e che il liberalismo si imponesse sulle identità dei popoli.

La fanatica distopia del mondo occidentale wok, che arriva all’assurdo e al ridicolo, per la smania verso un’eguaglianza impossibile e innaturale sarà distrutta, perché, come diceva il grande G.K. Chesterton (1874-1936): “La tolleranza è la virtù dell’uomo senza convinzioni”, ovvero il modello dell’occidentale dem, liberal e politicamente corretto.

Matteo Castagna

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