Inseminazione artificiale per evitare il carcere. Il clamoroso caso a Milano – Una Rom con diverse condanne per furto – tra le sentenze di cui doveva scontare le pene sono presenti verdetti definitivi del 2007, 2015 e 2019 del tribunale di Milano – ha scelto l’inseminazione artificiale in un ospedale spagnolo per potersi poi sottrarre al carcere in Italia.
Secondo il pubblico ministero ci sarebbe l’intenzionalità di sfuggire alla detenzione da parte della donna, visto l’ingresso di alcuni giorni fa in un ospedale di Barcellona per prenotare un intervento di inseminazione artificiale.
Condannata a 5 anni
Sulla donna pende infatti una condanna di 5 anni e 6 mesi da scontare in carcere per rapina aggravata, furto e lesioni personali volontarie, reati commessi sulla linea verde della metropolitana milanese e in Stazione Centrale.
L’articolo 146 del codice di procedura penale prevede che l’esecuzione di una pena detentiva sia rimandata se deve aver luogo nei confronti di donna incinta, o di una madre di un neonato di età inferiore ad un anno.
Tuttavia, al fine di contrastare la strumentalizzazione di questa legge, nel pacchetto sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri novembre dello scorso anno 2023 si legge che non è più obbligatorio il rinvio dell’esecuzione di pena e per tali casi è prevista la possibilità di scontare la pena presso gli istituti a custodia diminuita.
Certezza della pena
Inutile parlare di integrazione, cercare una convivenza proficua e il rispetto delle regole, alcune etnie rimangono sorde a questi richiami e vogliono solo vivere come meglio aggrada loro, speriamo, almeno, che con l’attuazione del nuovo pacchetto sulla sicurezza queste scippatrici seriali, scontino, se prese in flagranza di reato, finalmente la loro pena, per intero, anche perché sino ad ora le forze dell’ordine erano impotenti di fronte allo stratagemma di queste arcinote ladruncole, che usavano la maternità solo per evitare la galera e continuare a delinquere impunemente.
Paolo Ornaghi
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