Solo i giudici possono fermare Trump – Vittoria rotonda per Trump anche nella seconda tornata delle primarie del partito repubblicano.
Trump incassa la vittoria nel New Hampshire staccando l’unica candidata rimasta in gara, Nikki Haley, di circa 11 punti.
Il New Hampshire poteva essere un campo minato per l’ex presidente perché per via della composizione sociale dello stato e dei forti sponsor pro-Haley poteva essere lo stato che poteva sancire la vittoria della cinquantenne ex ambasciatrice ONU.
L’unica speranza era il New Hampshire
Invece nonostante il grande impegno profuso dalla Haley per una campagna elettorale quasi porta a porta e forte dell’appoggio del governatore dello stato Chris Sununu, Trump ha incassato una vittoria di misura che lo proietta alla vittoria delle primarie GOP.
In tutta la storia del partito repubblicano chi ha vinto sia in Iowa che nel New Hampsire ha poi ricevuto la nomination alla candidatura per le elezioni e per come funzionano i meccanismi della politica USA questi ricorsi sono fondamentali.
La Haley dovrà adoperarsi per convincere gli sponsor a foraggiare la sua campagna elettorale anche se Trump sta accumulando consensi e fondi tra i maggiori finanziatori del partito. La rincorsa della governatrice del South Carolina è davvero in salita tanto che non si è registrata ai caucus del Nevada previsti per la prima settimana di febbraio e che Trump dovrebbe vincere senza problemi.
I giudici contro Trump
Solo i giudici ormai possono fermare la cavalcata di Trump: la giudice federale Tanya Chutkan ha deciso che il processo per il suo ruolo nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 si terrà a Washington il prossimo 4 marzo.
Da tenere presente che l’udienza si terrà 24 ore prima del Super Tuesday, importante appuntamento elettorale GOP nel quale si terranno le primarie in 16 stati e verranno assegnati oltre 800 delegati, tanto da far dichiarare a Trump che si è trattato di una grave ingerenza elettorale.
Il vero nodo è che parte dell’elettorato repubblicano, tipicamente quello più moderato, potrebbe non essere disposta a votare per un presidente condannato da una corte federale e questo sposterebbe gli equilibri di voto in favore dei democratici che invece riproporranno Joe Biden – le suggestioni attorno ad una candidatura di Michelle Obama sono da confinare alla fantasia di alcuni giornalisti.
Matteo Carucci
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