La libertà di stampa di Fratel Borrell

La libertà di stampa di Fratel BorrellLa libertà di stampa di Fratel Borrell – Lo scorso martedì 7 febbraio a Bruxelles, si è tenuta con l’ampolloso titolo oltre la disinformazione: conferenza ad alto livello sulle risposte dell’UE alle ingerenze straniere” organizzato dal Servizio europeo per l’azione esterna.

Le dichiarazioni di Borrell

In questo incontro l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell ha dichiarato che: “il ban di una serie di testate russe in Europa serve a proteggere la libertà di espressione”

Affermando che: “La Russia usa la manipolazione dell’informazione come un’arma, perché la guerra in Ucraina non si combatte solo con i proiettili: questa battaglia è in corso, il ministro Lavrov gira l’Africa e diffonde menzogne sulle responsabilità della guerra e sugli effetti che ha sul mondo. La Russia usa migliaia di persone, ha industrializzato la disinformazione, è un’arma, che fa male, uccide, uccide la capacità delle persone di capire cosa accade: se l’informazione è tossica, la democrazia non può funzionare”.

Un parallelo con Orwell

Valutate voi la dichiarazione di Borrell e fatevene una vostra opinione. Secondo noi, la distopia del “1984” di Orwell sembra avere ispirato la struttura politica europea con oltre 70 anni di anticipo: “La mente gli scivolò nel mondo labirintico del bipensiero. Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullavano a vicenda; sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale proprio nell’atto di rivendicarla; credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo vedere nel Partito l’unico suo garante; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all’occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo.”

In fondo “le armi inviate in Ucraina servono per garantire la pace” non è il leitmotiv della comunicazione europeista?