L’ideologia del medesimo e gli uomini di troppo

L’ideologia del medesimo e gli uomini di troppoL’ideologia del medesimo e gli uomini di troppo – Viviamo i torbidi tempi della dissoluzione con una decadenza così forte da rasentare il riconoscimento della normalità dell’assurdo.

Il mondo moderno ha messo in minoranza gli uomini della Tradizione. I valori tradizionali sono l’antitesi dei valori borghesi – diceva il filosofo Julius Evola – perché essi sono sostanzialmente liberali, mentre la Tradizione è essenzialmente una Weltanschauung che fa riferimento al trascendente, allo spirituale e, quindi alla morale comune organicamente accettata.

Cavalcare la tigre

Nell’estremo oriente si utilizza un detto importante, che è “Cavalcare la Tigre” che esprime l’idea secondo cui, se si riesce a cavalcare una tigre, non solo si impedisce che essa ci si avventi addosso, ma, non scendendo e mantenendo la presa, può darsi che alla fine si riesca ad avere ragione su di essa. Nietzsche aveva predetto il nichilismo europeocome un avvenire e un destino “che si annuncia dappertutto per la voce di mille segni e di mille presagi”. “Il grande avvenimento, oscuramente presentito, che Dio è morto”, è il principio del crollo di tutti i valori.

Dostoevskij ed Evola

Anche il grande Dostoevskij la pensava così: “Se Dio non esiste, tutto è permesso”.

Continua la riflessione di Evola: “La morte di Dio è un’immagine che per caratterizzare tutto un processo storico. La formula esprime “la miscredenza divenuta realtà quotidiana”, quella desacralizzazione dell’esistenza, quella rottura totale col mondo della Tradizione che, iniziatasi in Occidente nel periodo dell’Umanesimo e Rinascimento, nell’umanità attuale ha sempre più assunto i tratti di uno stato di fatto definitivo ovvio e non reversibile”.

  1. Evola afferma, anche, che l’uomo della Tradizione “è caratterizzato da una dimensione esistenziale non presente nel tipo umano predominante nei tempi ultimi, cioè dalla dimensione della trascendenza”.

“Geist ist das Leben, das selber ins Leben scheidet – Spirito è la vita che incide essa stessa nella vita”, ovvero la vita non può procedere dalla stessa vita, ma unicamente da un principio ad essa superiore.

Trovare riparo sotto la Croce

Il cattolico trova nella Santissima Trinità il principio superiore e negli insegnamenti di Dio Padre e di Gesù Cristo Figlio, attraverso lo Spirito Santo concretizza, nella carità, il fine ultimo della vita eterna in Paradiso.

Per questo non ha bisogno di ideologie. La Fede e le buone opere susseguenti sostituiscono ogni ideologia. Cristo supera di gran lunga le ideologie perché è il Dio che si fa Uomo per la nostra redenzione basta all’umanità, sebbene il decadentismo post-moderno di matrice liberale e socialista riescano a intrappolare le menti di milioni di persone.

Partendo dal presupposto che, come già intuito due secoli fa da Nietzsche “Dio è morto”, ucciso dalla superbia umana che si è voluta sostituire a Lui, osserviamo la nuova ideologia, evoluzione del progressismo politico, del nichilismo filosofico, dell’ateismo pratico: il Medesimo.

Secondo questa idea, l’uomo deve divenire un essere intercambiabile che vive la stessa vita ai quattro angoli del mondo. Secondo De Benoist il liberalismo e l’individualismo che ne deriva vogliono fare dell’uomo, creato come animale sociale, un essere fuori dal suolo, sradicato da ogni comunità, quindi intercambiabile. È il mondialismo voluto dalla società fluida progressista.

Il liberalismo contro l’uomo

“Ho visto nel corso della mia vita uomini di ogni tipo” – diceva Joseph de Maistre – ma l’uomo in quanto tale non l’ho mai incontrato”. Eppure, è a questo che tende l’ideologia del Medesimo in un mondo senza confini, senza distinzioni e senza alterità. Alain de Benoist si impegna a mettere alle strette l’ideologia egualitaria, evidenziando le ovvie contraddizioni che essa presuppone.

Riprendendo innanzitutto la definizione di uguaglianza, l’autore si sofferma sul suo corollario: l’ineguaglianza, termine disprezzato dai sacerdoti di questa religione del Medesimo. L’aspirazione a una perfetta omogeneità di tutti gli uomini, si oppone, infatti, intrinsecamente a qualsiasi distinzione: l’Unico non sopporta l’Altro. (Barbadillo, 5/11/2022)

Eliminare gli “uomini di troppo”

Alain de Benoist mostra che questa ideologia passa oggi attraverso il mercato, la cancellazione di tutte le frontiere, e l’ideale del “cittadino del mondo” presentato come un obiettivo da raggiungere per tutti. Una sola norma sembra accettabile per questi egualitari, e si tratta di distruggere tutti quegli “uomini di troppo” che si oppongono al mondo unificato. L’ideologia del Medesimo comporta una colpevole indifferenza e un relativismo assoluto.

Recuperare l’Identità

Alain de Benoist propone la via dell’alterità che fornisce il bene più prezioso: l’identità. Prendere coscienza di ciò che ci distingue è la prima tappa perché uno scambio sia possibile. Lontano dal multiculturalismo e dal falso pluralismo, egli constata lo sviluppo di una società che a poco a poco si ristruttura in gruppi, reintroducendo l’alterità negli scambi sociali.

Sembrerebbe che il concetto di mondo multipolare sia molto simile a quello paventato da De Benoist e dai cattolici identitari.

Invocando Marcel Gauchet, Julien Freund o ancora Carl Schmitt, Alain de Benoist ci spinge a interrogarci sulla necessità di una biodiversità di culture e di popoli che ci permetteranno di ritrovare il senso dell’alterità, e quindi dell’identità.

Noi aggiungiamo che gli “uomini di troppo” sono evidentemente gli “uomini della Tradizione”, che per essenza non accettano l’ideologia del medesimo.

Nella lotta tra questi due modelli di società, siamo numericamente inferiori disturbatori, ma l’ardire di cavalcare la tigre contro l’immobilismo e l’imbecillità dilagante, contro la società amorale, deve diventare uno stile di vita. Altrimenti, soccomberemo.

Matteo Castagna