Lo stato sardo ed i Savoia

Lo stato sardo ed i Savoia

Lo stato sardo ed i Savoia – Lo stato sardo nella storia contemporanea

Dopo aver esaminato a grandi linee le forme statutarie giudicali, che sopravviveranno fino alla dinastia Sabauda, insieme a molte istituzioni del periodo Aragonese spagnolo, parliamo ora della storia contemporanea dello stato sardo.

La storia politica dell’isola è legata a doppio filo all’unità di Italia, anche se a fasi alterne, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare.

Carlo Felice Re di Sardegna
Carlo Felice Re di Sardegna
Il codice feliciano

Un periodo primo di ammodernamento dello stato, secondo principi di centralizzazione del potere, fu avviato, nei primi anni dell’Ottocento, dal re di Sardegna Carlo Felice, secondo un’impostazione di assolutismo illuminato che abolì il feudalesimo ancora presente, seppure ricercando anche il consenso del clero, e diede un ordinamento penale che, seppur molto severo, mitigava, o, addirittura, annullava, certe leggi penali sanguinarie ancora in voga.

Tali norme innovative sono chiamate Codice Feliciano, nell’insieme delle amministrazioni separate dei vari stati amministrativi Savoia, rappresentano una peculiarità della Sardegna.

Dopo la morte del re Carlo Felice, si passa al regno di suo nipote Carlo Alberto, scambiato per un liberale, ma in realtà, neoguelfo, favorevole a una confederazione dei vari stati presenti in Italia sotto la presidenza mediatrice del pontefice.

A questo sovrano resta tuttavia il merito di aver concesso la Statuto, detto appunto Albertino, che diverrà, per opera di suo figlio, la prima costituzione dell’Italia unita.

A unificazione completata, il regno smetterà di chiamarsi regno di Sardegna, per assumere quella di Regno d’Italia, in un gioco politico tra fusione perfetta iniziata con Carlo Felice, che comportò la perdita del privilegio degli Stamenti, la centralizzazione del potere che, anche per via dell’anticlericalismo che comportò, non avrebbe mai voluto per tutta Italia.

Cristian Pillitu

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