Maternità e transfemminismo: intervista a Desideria Raggi

Maternità e transfemminismo: intervista a Desideria RaggiMaternità e transfemminismo: intervista a Desideria Raggi – Maternità surrogata con donne che non sempre sono spinte dalla miseria ma da mero spirito di solidarietà o, addirittura, per mera professione.

Donne di 68 anni che diventano madri legali e nonne biologiche come successo ad Ana Obregón, mamma a 68 anni: La bimba è nata dal seme di mio figlio morto.

Murales che raffigura un uomo che allatta un neonato in segno di inclusività, come successo a Rimini.

Un murales poi rimosso, portando la Digos a indagare sul colpevole della censura. Vicende, queste, che sembrano una vera e propria dichiarazione di guerra all’universo in rosa ma soprattutto alla figura materna.

Episodi di cui l’associazione Evita Peròn non ha esitato di esprimere la sua opinione a riguardo.

Ed è proprio col suo presidente, Desideria Raggi, che oggi parleremo di la maternità in tutte le sue sfaccettature.

“Un essere metà donna e metà uomo (perché questo è!) che allatta un bambino al seno non è la normalità, non è equità, non è arte moderna, non è uno slogan pubblicitario, non è lotta al patriarcato, non è nulla se non una mostruosità”. È così che l’associazione Evita Peròn ha considerato il murales di Rimini.

Presidente, da donna, da madre e da militante, cosa ha provato nel vedere quell’immagine?

Sono rimasta attonita quanto inorridita nel vedere quell’immagine. Per l’ennesima volta si è palesata la blasfema ideologia transfemminista che vuole a tutti i costi trasfigurare la figura materna, e così è stato.

Ed eccoci qui a commentare la tanto reclamata fluidità di genere: un Frankenstein moderno, un miscuglio di parti maschili e femminili assemblato alla meno peggio.

Il soggetto rappresentato ha un nome ed un cognome, Evan Hempel: un individuo nato donna che inizia la transizione per diventare uomo ma che a metà dell’opera decide di avere un figlio.

E così è stato! Non è uomo ma ha barba e fisionomia prettamente maschile, non è donna ma può procreare ed allattare al seno.

E chi accorre a difesa di questa mostruosità definendo l’immagine come ispiratrice del senso più profondo ed intimo della paternità, non ha ben chiaro un semplicissimo concetto: un uomo per natura non può allattare come non può procreare.

Se ne facciano una ragione, tra uomo e donna esistono differenze che non sono ostacoli o difetti, al contrario!

Uomo e donna sono differenti ma complementari, ognuno con il proprio ruolo.

A suo avviso, chi è o chi sono i principali responsabili di un’ideologia sempre più imperante come quella arcobaleno? E in che modo si possono evitare altre mostruosità di questo genere?

Non ci vogliono studi particolari per capire chi detta legge e chi esegue portando avanti questa farsa ideologica che mira a distruggere la famiglia, cancellare le differenze tra uomini e donne, creare una propria sessualità fluida, educare plagiando i bambini in questo mondo così oramai stravolto nelle sue leggi naturali.

Insomma, siamo palesemente sotto una dittatura delle minoranze (come gli stessi si definiscono); da una parte la lobby LGBTQA+ e gli appartenenti alle varie comunità quali mandanti, dall’altra coloro che si piegano ai loro capricci, quali esecutori.

C’è urgente bisogno di un’inversione di marcia: iniziamo dal bloccare i finanziamenti pubblici per tutte le attività arcobaleno, mettiamo al bando le unioni civili, eliminiamo le carriere alias, vietiamo le trascrizioni degli atti di nascita di figli di ‘due papà’ o ‘due mamme’, vietiamo l’educazione gender nelle scuole di ogni grado, censuriamo ogni loro libro, condanniamo la maternità surrogata, puniamo chiunque si trovi implicato in vicende come quella di Bibbiano.

A proposito di mostruosità, cosa pensa della maternità surrogata: a partire da quella spinta dalla miseria a quella, invece, dettata da mero spirito di solidarietà o, addirittura, vista come una vera e propria professione?

Che sia a pagamento, con un prezzo concordato inizialmente, o gratuita, per puro spirito solidale con un rimborso spese adeguato, la maternità surrogata non è altro che la mercificazione di vite innocenti, di bambini scelti, commissionati, programmati ed acquistati per esaudire i capricci dei soliti. Una vera e propria compravendita con tanto di clausola per il reso in caso di ‘difetti’ dell’oggetto del contratto stipulato, tramite un’agenzia di mediazione, con una macchina riproduttrice che ha specifiche peculiarità.

Troppo crudo così spiegato? Beh, è la tremenda verità, questo è l’utero in affitto.

Una donna non è un’industria, un figlio non è un diritto. Due uomini come due donne non fanno una famiglia!

A proposito di maternità surrogata, cosa pensa dell’ultima vicenda che vede coinvolta l’attrice Ana Obregòn?

Raccapricciante si può dire? Una bambina già orfana ancor prima di nascere, senza una madre, perfetta sconosciuta, e senza un padre deceduto ancor prima di un ipotetico concepimento; per concludere una nonna – madre di 68 anni tanto capricciosa quanto ricca che ha voluto colmare il vuoto lasciato dal figlio (per esaudire le ultime volontà del figlio dichiara). Fosse per lei, rifarebbe tutto subito per avere anche un maschio.

Del resto, ora funziona così: basta trovare una disgraziata che abbia bisogno, una clinica di ‘piccoli biologi’ e per tutto il resto c’è una carta di credito da strisciare.

Come possiamo definire tale pratica se non un’aberrazione che va ben oltre la fantascienza, che sfida i limiti naturali manipolandoli a favore del proprio deviato egoismo?

Rita Lazzaro