Milano: aumento vertiginoso del numero di indigenti

Milano: aumento vertiginoso del numero di indigentiMilano: aumento vertiginoso del numero di indigenti –  L’Italia che produce, Milano in testa piomba nel baratro della povertà.

Si consolida per molti una situazione lavorativa di assoluta precarietà, con contratti a tempo determinato e ristretto, addirittura ad un solo mese, mentre il fenomeno del “lavoro povero” dilaga tra contratti indegni di tale nomina e retribuzioni risibili che non permettono che la mera sopravvivenza. Pranzo, cena, il minimo necessario per i figli: tutto è diventato difficile, troppo, a causa degli aumenti speculativi su carburanti ed energia che mettono in serissima difficoltà il pagamento di mutui, affitti e bollette.

In fila alla Caritas

Aumentano di conseguenza le richieste d’aiuto, sempre più italiani vanno ad infoltire le file fuori dai centri della Caritas. La riduzione della forbice degli stipendi fra italiani e stranieri incide sul suddetto lavoro povero, dimostrando come – se ancora fosse necessario – l’invasione del Paese è un fenomeno che impoverisce non solo culturalmente, bensì anche economicamente l’Italia e gli italiani.

Un paese in declino

Se questi sono i risultati – e lo sono – significa che il sistema democratico fondato sulla partecipazione all’Unione Europea e alla dottrina monetaria dell’Euro, è un lampante e concreto fallimento con buona pace di chi ancora si ostina ad affermare il contrario.

Emergenza disoccupazione

L’emergenza disoccupazione non è più l’unico problema da risolvere, ma, scavando ancora più a fondo, nuove radici di un marciume politico vengono alla luce: incompetenza, corruzione, ideologia di fondo fallimentare, pseudo soluzioni totalmente inefficaci. Da tali radici come aspettarsi che la pianta cresca dritta e generi frutti? Nella realtà la pianta che germoglia è già un albero che genera solo frutti guasti se non velenosi, che soffocano e uccidono il tessuto sociale italiano.

Una tassazione esagerata

Le casse statali si svuotano, ma vanno riempite con altri esborsi, ovviamente, carpiti dalle tasche dei cittadini onesti e lavoratori. Dove sono le soluzioni che realisticamente potrebbero portare un beneficio? L’abbassamento della pressione fiscale per favorire un’economia dinamica, in cui il denaro possa circolare e generare ricchezza è il primo passo verso il progresso vero, cui devono seguire altri passaggi fino allo scioglimento dell’Unione Europea, uno dei massimi artefici della crisi in atto. Il capitalismo finanziario frullato all’assistenzialismo figlio della falce e martello, sono i frutti dell’albero nato già malato, che – è sotto gli occhi di tutti – uccide. È tempo di un sistema nuovo, di un ordine nuovo, efficiente, di stampo nazionale e che possa appartenere veramente alla tanto sognata Europa dei popoli.