“Ora e sempre desinenza” e la Schlein finisce nella “toilette” del Pd

“Ora e sempre desinenza” e la Schlein finisce nella “toilette” del Pd“Ora e sempre desinenza” e la Schlein finisce nella “toilette” del Pd – La settimana può iniziare scherzando e, se ci fosse un “transgender” serio e colto, almeno linguisticamente, sarebbe da chiedergli aiuto, suggerendogli di ribellarsi alla “dittatura lessicale femminista” e di mettere in guardia la nuova leader del Pd dall’infognarsi in battaglie ormai stantie e di nessun interesse per la gente comune.

L’ottimo Stefano Bartezzaghi, infatti, sulla “Repubblica” di oggi, edizione di Bologna, ammonisce lettori e lettrici affinché́, riferendosi a Elly Schlein, usino il femminile “segretaria”, al posto del maschile “segretario”. L’articolo in questione è titolato: <Ora e sempre desinenza!> Ecco, appunto, la desinenza…

Maschile, femminile e… neutro

Ora, se quella che termina con la “a” è certamente e quasi sempre femminile; quella che termina con la “o” non è esclusivamente maschile, ma, appunto, anche neutra; cioè, come tanto va di moda oggi, né maschile né femminile.

La lettera è sempre la “o”, nei due casi in questione, ma è una “o” che cambia radicalmente il significato del termine e il senso dell’espressione.

Femmina o maschio che siano, “segretaria” o “segretario” sono due dipendenti di un funzionario di rango superiori, ai quali prestano servizio – come dice l’etimo del sostantivo – con particolare riservatezza.

È nella declinazione della parola nel genere neutro che, al contrario, assume ben altro significato, cioè, di colui che comanda – lo Stato, un’organizzazione internazionale, nel caso di specie, un partito -, in virtù del fatto che ne gestisce gli “arcana”.

Ora, per il nostro “transgender” ce n’è di cui andare orgogliosi: solo spogliandosi della “sessualità definita”, il segretario – al pari di altri termini che indicano funzioni, mestieri, professioni, ruoli et similia -, da mero dipendente, diventa “padrone”, “dirigente”, “capo”.

Politicamente corretto?

E ci vuole giusto la stupidità del “politicamente corretto” per indurre tanti del mondo “Lgtb” a barattare questo vantaggio con un asterisco, sminuendo la propria “personalità” grammaticale in un segno grafico inventato per mere questioni tipografiche.

Il genere neutro – di cui si è perso l’apprezzamento -, da questo punto di vista, illumina in tutta la sua sconfinata idiozia i promotori della “cancel culture”, che travisano le forme con le sostanze, i significati autentici delle parole coi modi in cui queste vengono pronunciate.

Anche perché il “segretario”, nell’accezione neutra, è colui che dirige gli uomini e le donne che si ritrovano nel “gabinetto” che, dal francese, indica la “piccola stanza” dove si assumono decisioni importanti, con discrezione; a pretendere di declinare tutto al femminile – non esistendo la parola “gabinetta” e volendo restare fedeli al francese – la Schlein sarebbe ridotta a una “segretaria” della “toilette”. Il che, magari, rende al meglio la condizione escatologica in cui è ridotto il Partito democratico, ma non suona proprio proprio elegante…