Putin parla agli europei

Putin parla agli europei – Vladimir Putin parla al Forum di Valdai, piattaforma culturale russa aperta al mondo, da cui più volte si è espresso sui rapporti tra la Russia, la cultura d’Occidente e del resto del mondo.

I due occidenti

Il Presidente russo ha descritto l’esistenza di due Occidenti: il primo minoritario, silenziato, tradizionale, essenzialmente cristiano, votato alla libertà e al patriottismo; il secondo, invece, aggressivo, cosiddetto liberale, progressista e votato ad imporre il proprio standard e il proprio dominio economico, interessato a stravolgere le più basilari leggi di natura. Al primo Occidente, Putin dice che la Russia guarderà sempre con favore, mentre non potrà mai essere in pace con il secondo, il cui modello in Russia non sarà mai imposto. Citando una massima di Dostoevsky, lancia una critica al liberalismo occidentale : “Dalla massima libertà si arriva alla massima tirannia”, puntando il dito contro il tentativo del liberalismo globalista occidentale di eliminare ogni forma di pensiero dissenziente, tramite il grimaldello della “Cancel culture”, che gli occidentali vorrebbero imporre come unico standard globale politico, economico e culturale. Tra gli autori russi citati l’esule anti-comunista Solzhenitsyn e Solevev, autore dei racconti del “Racconto dell’Anticristo, manifestatosi, secondo l’autore russo, sotto le forme di un irenico progetto filantropico mondiale, vegetariano, animalista, ecumenico, umanista.

Putin parla agli europeiLe dirigenze comuniste

Putin addita senza mezzi termini le dirigenze comuniste per aver posto le basi – sfruttate oggi dagli Stati Uniti – del conflitto tra russi e ucraini: – Lenin responsabile di aver stabilito l’incerto status di “Repubblica Sovietica” per le diverse nazionalità interne all’URSS – status a cavallo tra nazione autonoma e mera provincia amministrativa – e di aver annesso una regione russa come il Donbass alla Repubblica Sovietica Ucraina; – Stalin responsabile di aver annesso all’ovest dell’Ucraina regioni polacche, ungheresi e rumene, comunque estranee al mondo russo, che quindi hanno contribuito ad alimentare tensioni interne all’Ucraina tra est ed ovest. – Khrushchev responsabile per aver concesso la Crimea indubitabilmente russa all’Ucraina. Putin non propone un ritorno al passato, all’Unione Sovietica, al fallimentare passato comunista – sebbene abbia precisato, proprio in senso contrario allo spirito della “Cancel culture”, che i russi non rinunciano a nessuna pagina positiva della propria storia, ovunque si possa trovare – ma la nascita di un mondo nuovo, multipolare, svincolato dallo standard unico della “open society” imposto con la forza dagli Stati Uniti e dal mondo anglosassone.

Un messaggio per l’Europa

Rivolgendosi direttamente all’Europa, Putin ha ripetuto che il mondo multipolare potrebbe essere l’occasione per l’Europa continentale di svincolarsi dal dominio anglo-americano, ma a riguardo, ha lasciato anche intendere che l’Europa parrebbe incapace di svolgere una politica autonoma e cita, in proposito, il clamoroso attentato al gasdotto North Stream, attacco diretto all’Europa – alla Germania in particolare – al quale non c’è stata risposta alcuna. Un discorso di vasta portata, in cui il Presidente russo ha descritto due mondi che si scontrano: uno che combatte per la difesa dello status quo e uno che combatte per far ripartire la ruota della Storia.