Quando i nemici della Chiesa vinsero la battaglia

Quando i nemici della Chiesa vinsero la battagliaQuando i nemici della Chiesa vinsero la battaglia – Il prossimo 30 novembre ricorrerà un triste anniversario per i Cattolici di tutto il mondo. Esattamente cinquantatre anni fa, Prima Domenica di Avvento, “Papa” Montini rese obbligatoria la “messa” in lingua volgare già “promulgata” con la Costituzione Apostolica «Missale Romanum» del 3 aprile 1969. Era la naturale applicazione, sul piano liturgico, del Concilio Vaticano II conclusosi l’Otto dicembre del 1965.

La profezia di Papa Montini

A tal proposito, sarà doveroso rammentare quanto lo stesso Montini dichiarò al termine del Concilio: «La religione del Dio che si è fatto Uomo s’è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio. […] anche noi, noi più di tutti, siamo i cultori dell’uomo». Dichiarazione che sarebbe risuonata benissimo in una qualsiasi loggia massonica di qualsivoglia obbedienza. Ma se è vero che «lex orandi, lex credendi», ossia «la legge della preghiera è la legge del credere», ne deriva – inequivocabilmente – che la “nuova messa” costituisce una frattura netta ed inconciliabile con la Messa, davvero Cattolica, promulgata da San Pio V. E, si badi bene, non è affatto soltanto una questione di lingua, italiano o latino ma, al contrario, della Fede che le due liturgie esprimono.

La nuova messa

Difatti, se la “messa” di Montini pone al centro dell’assemblea l’uomo, la Messa Cattolica di San Pio V, è Cristocentrica. Sarebbe sufficiente solo questo aspetto per renderci conto che ci troviamo davanti a due modi diversi ed alternativi di concepire, nella liturgia, il rapporto tra il fedele ed il Creatore tanto da far scrivere, ai cardinali Ottaviani e Bacci nella presentazione del loro “Breve esame Critico”

Breve esame critico

Scritto nel settembre 1969, indica che il nuovo rito «rappresenta, sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino, il quale, fissando definitivamente i “canoni” del rito, eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del magistero». Il testo venne redatto dal domenicano Padre Guérard des Lauriers, autore della cosiddetta «Tesi di Cassiciacum» sulla vacanza formale della Sede Petrina per spiegare, alla luce della Fede Cattolica, il problema dell’Autorità nella Chiesa.

Un problema dottrinale

In questo contesto, pertanto, la “messa” di Montini è davvero una Messa Cattolica? Ossia, rispetta le finalità per le quali è stata istituita direttamente da NS Gesù Cristo la sera del Giovedì Santo, nel corso dell’Ultima Cena? Vale a dire: la latria o adorazione, ossia l’atto di pubblica sottomissione a Dio e di riconoscimento della Sua assoluta Regalità; il ringraziamento per i benefici ricevuti; la propiziazione, ossia la supplica per ottenere il perdono dei peccati ed, infine, l’impetrazione, cioè la richiesta di grazie e di aiuti.

Evidentemente no, per quanto esposto in precedenza. Ma l’aspetto più grave è rappresentato dall’assenza di transustanziazione, ovvero «quella mirabile e unica conversione di tutta la sostanza del pane nel corpo e di tutta la sostanza del vino nel sangue, rimanendo tuttavia le specie del pane e del vino». Basterebbe, infatti, pensare che ai fini della validità di un Sacramento, occorrono tre elementi; materia, forma e ministro. E’ sufficiente “manometterne” anche uno solo di questi per rendere invalido l’intero sacramento. Avendo, perciò, modificato la “forma”, ossia le parole della consacrazione, ne deriva che l’intero sacramento eucaristico non “subisce” la transustanziazione.

Pertanto, ci si domanda, possono coesistere nel senso della Chiesa Cattolica – sposa immacolata di Cristo – due riti che esprimono due finalità differenti e che hanno origine alternativa? Essendo l’uno, addirittura, compatibile e sovrapponibile con la “messa” protestante? Domanda retorica la cui risposta non può che essere, naturalmente, negativa. La verità è che i nemici della Chiesa, insinuatisi nel suo stesso seno, hanno tentato di minare alla base le stesse Verità di Fede e la liturgia. Ma, malgrado i loro sforzi, le porte dell’inferno non prevarranno contro la Chiesa perché fondata da Cristo stesso sulla roccia di Pietro e dei suoi successori. A patto che siano validi e legittimi.

Gianvito Armenise