La tentazione presidenzialista

La tentazione presidenzialistaLa tentazione presidenzialista – Se fossimo guidati da una compagine istituzionale degna il nostro paese avrebbe uno schema geopolitico preciso, le scelte dell’Italia sarebbero sempre coerenti con l’interesse nazionale e qualsiasi cosa succedesse nel mondo avremmo una classe dirigente in grado di pilotare il paese anche nelle situazioni più tempestose.

Se questo schema geopolitico risultasse estremamente debole (ed isolato) nel mondo, potremmo parlare comunque di interesse nazionale?

È un dato di fatto che a causa delle scelte delle proprie istituzioni l’Italia scricchioli pericolosamente. Quali sarebbero allora i benefici per l’Italia di cui parlano incessantemente i media?

Informazione compulsiva

Certo, i media mainstream riprendono le dichiarazioni della politica nazionale (magari aggiungendoci del loro quando può favorire la carriera), ma sembra che i messaggi siano propagandati in maniera troppo compulsiva.

Scontato dire che qualcosa bolla in pentola, ma ci vuole poco per immaginare di cosa si tratti e di quanto spaventi le classi dirigenti: le istituzioni in realtà temono il volere popolare perché non coincide con le “politiche” adottate sino a ora e su cui si vuol proseguire anche imponendosi con la forza.

In tutto questo cosa fa la tanto decantata magistratura, e che fine ha fatto la dogmatica (quando fa comodo) costituzione italiana?

Il Re nudo

Non essendoci il Re lo possiamo dire; il Presidente è nudo.

Nudo davanti alla responsabilità di un popolo che non vuole rappresentare perché in realtà non ha mai rappresentato, specie negli ultimi due anni di vergognose discriminazioni sanitarie a danni di milioni di cittadini italiani.

Sembra insindacabile l’adesione italiana alla NATO, all’Euro e all’Unione Europea a cui si sommano i problemi di una repubblichetta sempre più vuota ed ininfluente sia sul piano interno che internazionale.

Apparato o classe dirigente?

In realtà sarebbe più corretto parlare di “apparato istituzionale” visto la sudditanza della classe dirigente italiana nei confronti di Usa e UE.

Viene quindi spontaneo chiedersi se questo apparato istituzionale sia qualcosa di utile alla causa italiana nel mondo, e se sia scritto in qualche testo sacro che dobbiamo tenercelo in eterno così com’è o anche se riuscisse nell’impresa di peggiorare.

Ci dicono che la soluzione sia il presidenzialismo, ma è davvero così? Il paradosso è il seguente:

In un momento in cui centro-destra e centro-sinistra bisogna capire se rappresentino effettivamente la maggioranza degli italiani, un presidente che esca da uno di questi due schieramenti, come sarebbe possibile che rappresenti anche l’altro?

Un arbitro

Siamo alle solite americanate in salsa italiana, anche se il nostro sistema elettorale è difficile da aggirare a differenza di quello americano.

Il popolo italiano può permettersi di non avere un arbitro tra le parti? Oltre una storia molto controversa abbiamo anche una cultura nazionale che non ci permette di poterne fare a meno.

Quindi se Mattarella non fosse un arbitro come potrebbe esserlo la Meloni, che in uno schema presidenzialista sconfiggerebbe il centro-sinistra, i grillini, le sinistre antagoniste ma anche destre ideologiche, sovranismi e cattolicesimo tradizionale (infatti i suoi temi stessi la rendono alternativa a tutte queste categorie e correnti di pensiero)?

Urge trovare una soluzione che sia davvero istituzionale e salvaguardi il bene comune.

Amedeo Di Michele