RDC: il pasticcio del governo

RDC_ il pasticcio del governo-1RDC: il pasticcio del governo – Un altro brutto pasticciaccio per una svista nella legge di bilancio riguardo il reddito di cittadinanza, cancellato il reato per chi lo percepisce illecitamente.

Accusata di aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, l’imputata vede annullare la richiesta di rinvio a giudizio a suo carico presentata dal PM al giudice per le udienze preliminari perché la norma che prevede il reato contestato dalla Procura di Roma è stata nel frattempo abrogata con l’ultima legge di bilancio.

La misura contrastata

È il primo caso, o uno dei primissimi, fra i molti che potrebbero presentarsi con effetti difficili da pronosticare sul contrasto a un fenomeno illecito ancora assai diffuso nonostante le tante inchieste già arrivate a sentenza.

La vicenda è quella di una donna di 26 anni che per 10 mesi ha intascato gli 800 euro mensili dell’assegno deciso dal primo governo Conte.

Da un successivo controllo è stato però appurato che non ne aveva diritto, dal momento che le mancava uno dei requisiti base per ottenerlo: viveva infatti con la sua famiglia e all’interno di questa il reddito totale eccedeva la soglia sotto la quale veniva riconosciuto il sussidio dalla vecchia legge.

Il GUP, ricevuta la richiesta del PM, ha così restituito gli atti alla Procura invitandola a contestare un reato diverso da quello abolito, che era stato introdotto da un decreto-legge nel 2019 insieme al reddito di cittadinanza.

Un pasticcio giuridico

Il reato è stato infatti abrogato con l’ultima legge di bilancio, a decorrere dal 1° gennaio 2024.

“La svista della legge di bilancio è evidente: nell’abolire il reddito di cittadinanza si è con un tratto di penna abrogata in blocco la legge che lo disciplina, compresa la norma che punisce chi indebitamente percepisce il sussidio, attraverso dichiarazioni o documenti falsi. Un bel pasticcio”, dice Gian Luigi Gatta, professore ordinario di Diritto penale nell’Università degli Studi di Milano, Vicepresidente della Scuola Superiore della Magistratura e direttore della rivista giuridica online Sistema Penale, sulla aveva anticipato i possibili sviluppi di casi come questo.

E se nel frattempo la ventiseienne ha trovato lavoro, il PM ha ora due strade: o fare ricorso ritenendo corretta la contestazione di un reato ancora esistente, o riqualificare l’illecito come falso o truffa: “L’abrogazione è prevista con effetto differito. Non è affatto pacifico che produca effetti già oggi. La questione è quanto meno dubbia. È possibile che proprio questo caso richiami l’attenzione del Governo – continua Gatta – Il rischio non è quello della prescrizione del reato: è di impedire alle procure di contestare un reato che la legge oggi ancora prevede e, così, di veicolare all’opinione pubblica un pericoloso messaggio di impunità. Per questo il legislatore deve prestare particolare attenzione nel porre rimedio alla svista della legge di bilancio. È importante che lo faccia urgentemente”.

Valerio Arenare