Salvini taglia le unghie ai sindaci. Come avevamo scritto noi – Nessuno o pochi riconoscerà questo merito a chi lo dovrebbe ottenere, ma già diversi mesi fa – mentre le forze del governo a Bologna allestivano banchetti per raccogliere inutili firme, se non a fini di futura propaganda elettorale – c’era chi diceva e chiedeva il consenso dei cittadini su una proposta semplice, ma in grado di mettere la parola fine alla follia delle “Zone 30”: mettere mano al Codice della Strada e sancire che, per eventuali infrazioni a limiti fissati sotto i 50 Km orari, non sia possibile l’utilizzo di mezzi elettronici di controllo della velocità.
Basta autovelox
Niente “autovelox” sotto i portici, insomma, col risultato che, dovendo impiegare pattuglie di due o tre uomini alla volta, i comuni perdano la possibilità di fare cassa con questi assurdi limiti. Una sorta di “uovo di Colombo”, per di più sostenuto da ragioni incontestabili.
Infatti, se è la sicurezza di un determinato tratto di strada a preoccupare un’amministrazione, solo il presidio della Polizia municipale può prevenire il pericolo.
L’autovelox, come è noto a chiunque, si limita solo a fotografare l’infrazione avvenuta e, quindi, l’eventuale concretizzazione del rischio. E se è la prevenzione, il fine di un limite di velocità sotto i 50 Km orari, non c’è spreco alcuno di risorse, se si decide di far presidiare ai vigili quel viale o quell’altro incrocio.
Di contro, se i vigili non sono necessari, allora significa che non ci sono poi tutti questi timori che in un determinato luogo accada qualcosa di grave, ma solo la consapevolezza che, in alcuni tratti di strada, vuoi per l’ampiezza vuoi per la lunghezza, qualcuno a volte pigia un po’ di più sull’acceleratore, cogliendo in questa leggerezza un’ottima opportunità per fare cassa.
Tanto più che già ora, a Bologna, elevata a capitale di questa nuova e sinistra follia, i vigili tentano di aggirare loro per primi il Codice, apponendo gli obbligatori cartello di segnalazione della presenza di un rilevatore elettronico portatile, dietro ostacoli – auto parcheggiate, pali, elementi di arredo urbano – che impediscono spesso all’automobilista di rendersi conto della presenza delle pattuglie.
Una proposta di buon senso da Salvini
Nel web circolano già tante foto di questa pratica illegittima. Adesso, Matteo Salvini ha deciso appunto di fare ordine, di precisare le modalità d’uso degli “autovelox” e di mettere così fine agli abusi.
E c’è da giurarci e da scommetterci che, quando il nuovo provvedimento annunciato andrà in vigore, i sindaci smetteranno di borseggiare gli automobilisti, risolvendosi a spendere meno, piuttosto che a cercare smodatamente sempre più soldi.
Massimiliano Mazzanti