Siamo orsi o caporali?

Siamo orsi o caporali?Siamo orsi o caporali? – Sommersi per una settimana dalle notizie di JJ4, l’orsa che in Trentino ha causato la morte di un ragazzo, e dai commenti circa la sorte di quell’animale, un altro plantigrado ha suscitato una certa attenzione, minore ma meritevole di un cenno, visto l’avvicinarsi della data fatidica del 25 aprile.

Stiamo parlando di Wojtek, un orso – così ci informa Repubblica – che era stato arruolato dal Secondo Corpo d’Armata polacco comandato dal generale inglese Anders e che, per i suoi meriti sul campo di battaglia, si era pure guadagnato il grado di caporale.

L’evoluzione della specie

“L’orso promosso caporale che liberò Bologna nel ‘45 con il Corpo d’Armata polacco” proclama con enfasi il titolone. Conoscevamo l’orso lavatore – comunemente detto procione -, eravamo informati di una varietà nota come orso giocoliere e apprendiamo adesso che in natura esiste un’altra specie di orso, quello liberatore.

Che, a differenza degli altri colleghi suoi plantigradi, pare dunque possedere una caratteristica particolare; crescendo e combattendo il nemico (nazi-fascista of course) può anche ergersi a protagonista della sua cacciata dalle città.

Animali addestrati

È senz’altro successo che alcuni animali abbiano guadagnato i galloni sul campo, compiendo azioni di salvataggio o di sicurezza a beneficio dei soldati.

È il caso del sergente Stubby, un bull terrier aggregato all’esercito britannico durante la Prima guerra mondiale sul fronte franco-tedesco, che si distinse perché grazie al suo naso fiutava in anticipo gli attacchi che dalla trincea opposta si realizzavano col gas asfissiante.

O quello di Khan, un pastore tedesco che durante la Seconda guerra mondiale, ottenne il grado di fuciliere dell’esercito inglese, agendo come cane da fiuto dell’esplosivo.

Non mancano neppure i piccioni, frequentemente utilizzati come latori di messaggi.

L’orso liberatore

Quanto al nostro caporale Wojtek, la sua funzione all’interno delle truppe polacche fu quella di mascotte, poi semplicemente di animale da trasporto; né più né meno di un mulo.

Immaginiamoci allora il titolo “I muli, dopo aver sconfitto il nemico a Vittorio Veneto, sfilano a Trento acclamati dalla folla esultante!”.

Farebbe ridere no? Esattamente come il titolo di Repubblica.

Che, però, con la sua comicità involontaria – questa essendo, poi, la vera comicità – fa emergere una verità semplice semplice: che la liberazione di Bologna da parte di un orso ha la stessa verosimiglianza di tutte le altre fandonie partigiane sulla liberazione dell’Italia intera.

Buona festa di San Marco.

Gianni Correggiari