Strani accadimenti a sud est

Ares freme e, per sua furia bestiale, morde il freno. Chi ha voluto la guerra in Ucraina, spera divampi altrove e Ares che più greco non potrebbe essere, guarda con stupore e disgusto alla sua Grecia, ridotta a serva e portavoce di padroni lontani e corrotti. Accade due mesi fa che le autorità greche sequestrano una nave con 700.000 barili di greggio.

La nave ha nome Pegas, equipaggio russo e bandiera russa. Liberata poco dopo dagli stessi greci, la nave cambia nome in Lanas, diventa iraniana e mantiene equipaggio russo, 19 persone.

Il petrolio viene portato negli Usa. In risposta l’Iran – dopo aver subito il sequestro di una nave forse solo nominalmente russa (la proprietà della nave è incerta come curioso è il veloce cambiamento di bandiera…) e il furto di petrolio sicuramente suo – sequestra a sua volta due petroliere greche chiedendo la restituzione della nave Lanas (ex Pegas) e del petrolio minacciando che, in assenza di risarcimento, assalterà una nave greca al giorno.

PegasL’intervento turco

Intanto i turchi, nella persona di Chalanoglu, non ricordando più chi sono loro e da dove vengono, dichiarano che il Dodecaneso è ingiustamente “occupato” dai greci.

Si inasprisce il rapporto tra i due perché gli Usa rafforzano il porto di Alexandrupoli col fine di portare gas americano ai Paesi dell’ex Urss creando una ampia zona di protezione intorno al rigassificatore.

Ciò significa che la Grecia, applicando il diritto internazionale, potrà fare di quel mare un “lago” greco, più estesamente greco di quanto non lo sia ora.

La poco combattiva Grecia contemporanea ha sempre tradito i propri interessi e non ha mai applicato il trattato di Losanna per le isole Imbros e Tenedos, i cui abitanti avrebbero avuto diritto ad una ampia autonomia.

Non solo quella autonomia mai si realizzò, ma una vera e propria epurazione fu messa in atto dai turchi che lì portarono a vivere come liberi cittadini (leggi “invasori”) i propri galeotti, facendo di fatto scappare tutti i greci che a quella convivenza non si potevano opporre e alla quale non si potevano in altro modo sottrarre.

Tutto ciò mentre il governo greco, vergogna per Sparta e per Ares, rimaneva a guardare.

Oggi in quei mari qualcuno istiga ancora il dio della guerra, ma lo fa per fini abietti e con l’intenzione, non più celata, di provocare una guerra mondiale.

Nemmeno gli ebbri seguaci di Dioniso furono mai tanto folli!

Irma Trombetta