Suicidio Giovanna Pedretti, i giustizieri della rete non pagano mai?

Suicidio Giovanna Pedretti, i giustizieri della rete non pagano mai?

 

Suicidio Giovanna Pedretti, i giustizieri della rete non pagano mai? – Dopo dalla morte della ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano, Giovanna Pedretti trovata senza vita nel Lambro, torna prepotentemente alla ribalta il fenomeno dei giustizieri della rete.

Il riferimento è agli specialisti della gogna, pronti a tutto pur di stigmatizzare una persona per un determinato comportamento. Un unico obiettivo: scatenare una shitstorm – tempesta di guano in italiano – ossia una pioggia di minacce e insulti.

Spesso i protagonisti sono semplici utenti che si nascondono dietro a nomi falsi e foto fake, ma non mancano gli episodi con in prima linea volti di spicco del mondo dello spettacolo e della politica.

In breve, i fatti accaduti

In una recensione online un cliente della pizzeria di proprietà della signora Giovanna Pedretti, si sarebbe lamentato per aver mangiato nel locale con a fianco due gay e un ragazzo disabile. La titolare della pizzeria, Giovanna Pedretti, aveva risposto a quelle parole e poi era stata accusata sui social di aver inventato tutto solo per farsi pubblicità, scatenando gli odiatori del web, grazie anche alla cassa di risonanza di alcuni noti personaggi.

Dopo qualche giorno, il corpo senza vita della signora è stato ritrovato nel fiume Lambro.

L’ipotesi più attendibile pare quella del suicidio. La procura ha aperto una inchiesta per istigazione al suicidio.

Per concludere

La rete sta oramai diventando la vita vera, sostituendosi alla realtà, i giovani vivono costantemente ossessionati da cosa compare in rete e come loro stessi appaiono agli occhi degli altri utenti, vivendo in una bolla fatta solo di finzione.

Dobbiamo imparare a considerare i social, per quel che sono ovvero, solo una semplice diversione da utilizzare con il contagocce durante la giornata, dedicando il nostro tempo ad attività più edificanti.

Paolo Ornaghi

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