Sull’era post ideologica

Sull’era post ideologicaSull’era post ideologica – Non si era detto che questa sarebbe stata un’era post ideologica?

Filosofi, intellettuali, politici: non constatarono tutti la morte delle ideologie, con anche il superamento delle contrapposizioni politiche, come quella destra-sinistra?

Non c’è stato un momento, in cui addirittura chi si insisteva a dichiararsi ancora appartenente ad una di queste categorie, come minimo, era deriso come fosse un ignorante, un troglodita?

Niente di più sbagliato: mai come oggi “il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale, senza eccessive esigenze di riscontri materiali incoraggiata da atteggiamenti emotivi e fideistici veicolo di persuasione e propaganda” – come la Treccani definisce l’Ideologia – ha invaso, condizionandola, la vita del gruppo sociale Italia, Europa, mondo occidentale.

Un fantasma si aggira per l’Europa

A ben guardare però, i maestri del pensiero non hanno errato del tutto: certo, sono scomparse le diverse ideologie, ma solo perché il loro complesso diversificato ha subito non un superamento o una sintesi, ma una sostituzione “etica” con una unica ideologia, che vale per tutti e per tutto.

Un’ideologia che è scaturita dalle macerie dell’occidente mercantile e individualistico, spogliato delle sue identità, impaurito dai suoi sensi di colpa indotti.

È un Moloch ideologico, unico e violento che governa le anime dell’Occidente e che si è sostituito alla Tradizione ed al Sacro, che ha spento le visioni degli umani nell’attesa della loro completa sostituzione con l’intelligenza artificiale.

L’Occidente senza anima

Un mostro che si è sostituito alla natura ed alla realtà, alla scienza al bello e all’arte, si è sostituito persino all’istinto primordiale della continuità della specie, alla Famiglia e alla procreazione assistita solo da Dio.

L’ideologia, questa ideologia si è sostituita anche al nostro sistema immunitario, grazie alla pandemia, e ha smacchiato persino il leopardo tanto che non si capisce più che animale è.

Che fare?

Che fare quindi, cavalcare la tigre, andare al bosco o riappropriarsi dell’Azione benedicendo la Reazione?

Contrapporsi all’ANTI con un provocatorio PRO e riprendere le proprie bandiere, e sventolarle agitando l’aria della omologazione?

Se la vita è un arco e l’anima di chi non vuole arrendersi una freccia, la scelta è semplice.

Giovanni Preziosa