Zenit: la geopolitica non è un tabù

Zenit: la geopolitica non è un tabùZenit: la geopolitica non è un tabù – Lo scorso Ottobre è uscita una nuova rivista di geopolitica, che nel primo numero – Il Mondo Nuovo – fornisce le coordinate corrette al militante identitario per leggere la situazione geopolitica attuale.

Il quaderno è stato curato dalla redazione Zenit – un progetto nato sul Web come contenitore di controinformazione e analisi geopolitica – che ora con la prima pubblicazione cartacea ambisce a diventare il riferimento della destra identitaria in questioni di politica estera.

Si tratta di un lavoro di altissimo livello innanzitutto per la veste grafica, la cura delle immagini e la scelta della grammatura della carta, ma anche per la serietà e la competenza con la quale vengono proposti i temi al lettore.

L’operazione speciale russa

Il primo quaderno – Il Mondo Nuovo – non poteva che essere interamente dedicato al conflitto Russo-Ucraino, evento storico che traccia un solco tra il mondo di prima e quello appunto nuovo, con il quale ob torto collo l’Europa e l’Occidente devono fare i conti.

I corposi articoli che compongono il quaderno hanno il difficile compito di guidare il lettore all’interno delle logiche geopolitiche dalle quali non si può prescindere per poter comprendere la situazione attuale. La prima sintesi è condensata già nel titolo – Il ritorno della storia – e riassume il senso più vero della fatica firmata da Redazione Zenit. L’occidente e soprattutto l’Europa per troppo tempo si è cullato nell’idea che la guerra fosse un qualcosa da relegare nei libri di storia oppure da combattere in paesi lontani. L’esplosione di un conflitto ad alta intensità a poche migliaia di chilometri dalle maggiori capitali europee ha scosso le nazioni europee dal loro torpore ed ha affermato chiaramente che c’è una parte del mondo che non intende essere uniformata ai canoni del liberismo politico occidentale.

L’Europa imbelle

Se nella prima parte del quaderno vengono illustrate le sfide geopolitiche mondiali e gli attori in campo – essenzialmente su scala globale USA e Cina e la Russia su scala regionale – la seconda parte del quaderno è dedicata all’Europa con ovviamente un occhio di riguardo per l’Italia.

Lucida e corretta l’analisi secondo la quale il conflitto russo ucraino sia in realtà un conflitto contro l’Europa: allontanandosi dalla propaganda spicciola sul rincaro dell’energia, è chiaro che tra Europa occidentale e Russia si sia scavato un solco che quasi sicuramente non potrà essere scavalcato allo stato attuale delle cose. Pericolo scampato quindi per la compagine atlantica – intesa come USA e Gran Bretagna – una saldatura economica e politica tra l’Europa occidentale e la Russia è stata definitivamente scongiurata.

L’Europa inoltre ha dimostrato di non avere una comunità di intenti e di non essere in grado di affermarsi come potenza geopolitica o quantomeno come soggetto unico col quale dialogare. Di fronte al conflitto ogni paese ha pensato a sé, anche a discapito delle altre nazioni dell’unione – vedi la scelta tedesca sul Price Cap o le mosse diplomatiche francesi per non sacrificare il canale privilegiato con la Russia.

Ahi, Serva Italia

All’Italia è dedicato un lungo e doloroso articolo dal titolo Ahi, Serva Italia nel quale vengono esposte le ricadute drammatiche delle sanzioni per la nostra economia e viene denunciata la totale incapacità del precedente governo tecnico di fare gli interessi italiani.

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Rivista Zenit
Un’altra prospettiva

All’ultimo articolo – Un’altra prospettiva – la Redazione Zenit affida le proprie speranze e getta le basi di una proposta europea non solo per fermare il conflitto, ma anche per riaffermare la centralità europea rispetto alle istanze atlantiche. È di assoluto realismo dichiarare che di fronte alle sfide mondiali venture gli orizzonti nazionali siano troppo angusti e non all’altezza dei pesi in campo, ed è altrettanto realista affermare che attorno ad un’altra Europa, una federazione sì di stati sovrani ma con una voce unica in campo geopolitico, sia possibile ricostruire la relazione con il mondo russo e sedersi al tavolo delle potenze mondiali, Usa e Cina.