No Matrimonio, No Patrimonio!

No Matrimonio, No Patrimonio!No Matrimonio, No Patrimonio! – Bloccate le imminenti nozze – recte, unione civile – fra il filosofo del pensiero debole, l’86enne prof.Gianni Vattimo e il suo collaboratore 38enne di origine brasiliana, Simone Caminada (v.foto) pronti a pronunciare il fatidico “sì” davanti a un ex senatore del PD.

A ordinare questa misura è stata la Procura della Repubblica di Torino che ha aperto un procedimento penale, ormai alle battute finali, contro il promesso marito 2 (in ordine decrescente di età) in quanto accusato di aver circonvenuto il promesso marito 1, ossia di aver approfittato di una sua minorata capacità psicologica per raggirarlo e indurlo al matrimonio (si fa per dire) e impossessarsi legalmente, quale erede, del suo (cospicuo) patrimonio una volta che il filosofo fosse passato a miglior vita.

Matrimonium e Patrimonium

Quelle due parole rimandano a significati antichi. Matrimonio deriva dal latino Mater (madre) e Munus (dovere) così rappresentando, nella sua formulazione originaria, Matrimonium, il dovere della madre, ossia la procreazione e la cura della famiglia laddove Patrimonio (Patrimonium, Pater+Munus) era il corrispondente compito del padre, in buona sostanza destinare e gestire i mezzi materiali per la famiglia; finendo poi, le due espressioni, per assumere i significati oggi conosciuti.

Se nel loro senso originario i due concetti erano complementari, nel caso qui riferito paiono invece legati da un nesso di consequenzialità, ben rappresentato da un inequivocabile segno grafico: Matrimonio → Patrimonio.

Facile l’obiezione: questo non sarebbe stato un Matrimonium. Certo che no, ma se è per questo non vi sarebbe stato neanche un Patrimonium. Nessuna gestione di beni nell’interesse di una famiglia ma, semplicemente, eventuale trasferimento delle proprietà di marito 1 nelle tasche di marito 2 per il suo esclusivo sollazzo.

Morale della favola

Chiusa questa breve digressione, non resta che giungere alla morale della favola, prendendo spunto da un versetto del Don Pasquale, opera di Giovanni Ruffini musicata da Gaetano Donizetti:

Ben è scemo di cervello

Chi s’ammoglia in vecchia età

che potremmo così attualizzare, rispettando metrica, adattandolo al tema e mettendolo in rima:

“Se ti piace un giovanotto

Prima o poi succede un botto

Credi  sia sincero amore

Ma poi spunta l’ispettore

Se vuoi star dai guai lontano

Lascia stare il brasiliano”.