Inflazione galoppante in zona euro

Inflazione galoppante in zona euroInflazione galoppante in zona euro – Notizie interessanti sul fronte economico, con l’inflazione che sfonda la doppia cifra e arriva al 12%, rispetto alla quale la BCE appare decisamente in ritardo, con un aggiustamento dei tassi tra l’1.5% e il 2%.

Le radici dell’inflazione

Le origini dell’attuale inflazione sono d’altra parte chiara e risiedono nel mix di sanzioni alla Russia, conseguente shock energetico in combinato disposto col varo delle assurdamente stringenti politiche ambientaliste da parte della UE (leggi GreenDeal e Fit55), le quali inevitabilmente portano con se un’inflazione da offerta sul versante della produzione di energia e ripresa dei consumi post chiusure Covid e rilascio del risparmio forzato costituitosi in quella stagione. Nel traballante scenario della costruzione europea, la BCE si trova con poche carte in mano.

Le carte della BCE

L’attuale aumento dei tassi di per se stesso è decisamente troppo timido per poter riportare l’inflazione sugli obiettivi del 2% strutturale, per farlo dovrebbe portare semmai drasticamente i tassi al livello di quelli di inflazione (con un aumento brusco fino al 10% o al 12%) e operare uno stop sull’acquisto di titoli per restringere la liquidità in circolazione. Farlo avrebbe però l’ovvia conseguenza di stroncare l’inflazione con una drastica recessione e contrazione dell’economia reale, problema a cui nell’Eurozona si aggiunge il rischio di insolvenza degli Stati sul debito pubblico. Contrastare l’inflazione per via monetaria sembra quindi fuori luogo.

Economia reale

Si potrebbe agire sul versante dell’economia reale, accantonando sanzioni e regolamenti, cosa migliorerebbe drasticamente le condizioni dell’offerta, risolvendo immediatamente le principali distorsioni e offrendo un’aspettativa di contenimento dei prezzi energetici anche nel medio-lungo periodo. Peccato però che questa scelta non sia contemplata per le note ragioni politiche (a Bruxelles e a Francoforte pare esserci una certa ostilità a dire “abbiamo sbagliato”).

Navigare a vista

Quindi che fare? Andare avanti a tentoni, con aggiustamenti di piccolo livello, sperando più o meno che le cose si risolvano da se’, contando che la spirale inflativa prezzi-salari non si avviti come negli anni ‘70 grazie alla maggior apertura odierna dei mercati e conseguente indebolimento contrattuale da parte dei lavoratori. Verosimilmente abbiamo di fronte un periodo di stagflazione (inflazione non accompagnata da crescita economica), la domanda principale è quanto possa essere lungo (per inciso: il beneamato PNRR in tutto ciò non ci aiuterà una mazza).

Filippo Deidda