Razzismo e fascismo. La questione razziale e l’antisemitismo durante il Ventennio

Razzismo e fascismo. La questione razziale e l’antisemitismo durante il VentennioRazzismo e fascismo. La questione razziale e l’antisemitismo durante il Ventennio – Flavio Costantino, classe 1976, una laurea in Scienze Politiche all’Università di Viterbo, autore del libello filosofico “Platone, mio padre – ossia alcune buone ragioni per essere antidemocratici” edito da La Caravella, curatore della riedizione di “Trenta denari” del filologo Goffredo Coppola per le Edizioni all’Insegna del veltro, testo per il quale ha scritto un saggio introduttivo, ha pubblicato con la casa editrice Solfanelli due interessantissimi volumi sul tema del razzismo nel fascismo: “Razzismo e fascismo. La questione razziale e l’antisemitismo durante il Ventennio” nel 2017 e il secondo, nel 2023, “Razzismo e fascismo. Il razzismo negli altri Paesi, le dispute sulla ‘razza’ e l’ebraismo dal Risorgimento al 1938”.

Lo abbiamo intervistato su queste due opere.

Come nasce l’idea di scrivere su un tema tanto spinoso?

Sin da adolescente, seppure senza metodo e in modo saltuario, mi sono sempre interessato alla Storia e alla filosofia politica. Nella fattispecie questo argomento iniziò ad attirare le mie attenzioni a 26 anni, nel 2002, quando lessi soprattutto l’indispensabile “Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo” di Renzo De Felice e i 4 libri che Julius Evola scrisse sulle razze e sul razzismo (“Tre aspetti del problema ebraico” del 1936, “Il mito del sangue” del 1937, “Sintesi di dottrina della razza”, “Indirizzi per una educazione razziale” entrambi del 1941).

Ho sempre avuto la curiosità di studiare quel che la nostra Società scarta e condanna, relegandolo nella categoria del “male assoluto”, una definizione di per sé assurda se non insulsa.

Insomma, questa materia mi ha dato sempre la possibilità di indagare non solo sul nostro passato ma pure sulle storture del nostro presente, basti vedere a livello comunicativo e mediatico come purtroppo certe tematiche vengano affrontate con insistente superficialità, più che altro con fini propagandistici, non senza tante, troppi parziali giudizi e le non poche menzogne.

Inoltre, i miei studi sulle razze e sul razzismo nascono pure dalla volontà di portare avanti delle ricerche sulle origini dell’Uomo e sulle sue varie Civiltà che si sono succedute.

Su quali fonti si basano i due volumi?

Il volume I di “Razzismo e fascismo” del 2017 era già uno dei più estesi mai usciti su questo tema, ora, con la recente pubblicazione del volume II, posso dire che in modo organico non è mai stato pubblicato un qualcosa del genere, sia in Italia che all’estero.

Il mio è un primato nettamente quantitativo, sia ben chiaro, la qualità la decideranno i lettori. Il che vuol dire anche che le fonti sono per davvero molteplici, tutte chiaramente sono state vagliate, ma non mi sono mai posto limiti di nessun tipo, né storici né tanto meno politici.

Tanto per dirne un paio: la bibliografia del vol. I contiene 494 libri citati mentre quella del vol. II 663 e chiaramente questi numeri non prendono in considerazione i numerosi articoli di giornali e periodici e i molti documenti menzionati.

Quali sono gli aspetti inediti che emergono da questi imponenti lavori?

Appunto, vista la tipologia e la mole delle fonti, direi che l’intento principale è stato quello di fare una rilettura per quanto possibile imparziale dei tanti accadimenti e di quegli uomini che furono protagonisti delle epoche trascorse.

È solo in questo modo che si può tentare di sfuggire al comodo conformismo attuale, scoprendo quel che non viene detto per i più disparati motivi.

Di inedito, perciò, direi che c’è molto, partendo però da chi fu un vero e proprio spartiacque in questo ambito e non solo; mi riferisco al professionale, onesto ed ineguagliabile Renzo De Felice.

Oggi uno storico di questa risma sembra un miraggio.

Il tema è sempre stato una sorta territorio minato, in cui le tesi eterodosse sono state sanzionate anche con la reclusione, in certi paesi come la Germania o l’Austria. I tempi cominciano ad essere maturi per un dibattito sereno e più obiettivo?

Direi di no, sembra anzi che sia in atto una sorta di torsione verso una storiografia ampiamente superata e politicizzata ma con l’aggravante che oggi certi atteggiamenti superficiali e certi metodi condizionati e largamente diffusi, che sfociano in una vulgata imposta da una intellighenzia tutto fuorché intelligente oltre che ben poco preparata, siano ancor più grotteschi e fastidiosamente ridicoli.

Basti vedere alcune manifestazioni politiche di piazza, di movimenti e di partiti, gli innumerevoli ricatti politici nazionali e internazionali, alcuni libri scritti da giornalisti, già poco seri quando svolgono la loro professione e che si improvvisano oltretutto a storici e, quel che è peggio, a giudici morali ecc. ecc.

La deriva, chiaramente, non colpisce solo la ricerca storica ma tutto il resto e tutti quanti.

Qual è il pubblico di riferimento a cui i due volumi principalmente si rivolgono?

Questi due tomi sono rivolti a tutti coloro che ne vogliono sapere qualcosa a riguardo ma in modo obiettivo, senza censure e pregiudizi, a tutti coloro che inseguano una serie di verità oggi non dette e che, con serenità d’animo e un certo distacco, sappiano mettere in discussione i principi e le distorsioni della nostra modernità, malata di quel positivismo che si esterna con quella superiorità e arroganza rispetto ai fatti e agli uomini che ci hanno preceduto.

Hai altri progetti in cantiere?

Da un paio di anni sto lavorando a un qualcosa di particolare su Mario Appelius, il quale, si può dire, diventò il giornalista più popolare del Regime fascista tra il 1941 e il 1942.

Avrei dovuto concludere la bozza per il dicembre scorso, tuttavia, come spesso mi accade in fase di composizione, il piano iniziale viene sostituito da altri che rendono il testo sempre più corposo, ma al momento non posso dire di più.

Dopodiché dovrò valutare una serie di foto che ho sottomano, si tratta di fotografie inedite della Seconda Guerra Mondiale.

Quando sarà, dovrò decidere se pubblicarle magari con il supporto di un altro storico. Infine, dovrei riprendere quel che ho iniziato già e che è pronto al 50% circa, ossia il volume III di “Razzismo e fascismo”, sospeso nel 2021 sia per rifiatare, sia per impegnarmi appunto su altri fronti.

Ci vorranno degli anni, tanta forza di volontà e tanto tempo a disposizione. È inutile poi che parli di altri progetti che ho in mente, più o meno 4-5, perché è tutto troppo prematuro. Si vedrà quel che succederà, sperando che accadrà dell’altro.