“Wish for a baby” e i sogni proibiti

“Wish for a baby” e i sogni proibiti“Wish for a baby” e i sogni proibiti – Quello che si può a buon titolo riconoscere agli organizzatori della kermesse “Wish for a baby” è la perseveranza nel provare e riprovare a far passare le loro istanze disgregatorie della Società.
Esempi ne abbiamo avuti, nel passato, nelle proposte per il Divorzio prima e l’Aborto poi, reiteratamente sostenute dai Radicali.
La tecnica utilizzata sempre la stessa: prendere per sfinimento i cittadini che i casi pietosi e eccezionali , spettacolarizzati dai Pannelliani , vedevano come marginali e non esiziali.
Il caso di “Wish for a baby” rappresenta uno dei “nuovi” fronti della sovversione e l’applicazione di questa “tecnica”.
La due giorni per tutti coloro che cercano supporto nel loro diventare genitori e che desiderano saperne di più sulla genitorialità (adozione, co-genitorialità, ecc.) e la fertilità” è la ripetizione del tentativo fatto, lo scorso anno con “Un sogno chiamato bebè”.
Tentativo abortito perché smaccatamente promuoveva pratiche di utero in affitto – gravidanza per altri, maternità surrogata i nomi ecofriendly in uso per questo abominio – pratiche proibite in Italia.
Se l’anno scorso la Fiera saltò per la evidente intenzione di ripetere la “Desir d’Enfant” che, a Parigi, aveva proposto pacchetti “bambino su misura” per tutte le tasche, geneticamente “sano” da 49 mila a 100 mila euro.
Quest’anno la comunicazione di “Wish for a baby” è meno esplicita, non fa nessun riferimento alla maternità surrogata ma il continuo richiamo a “esperti” e “cliniche estere” e ai “metodi” da questi usati poco lascia all’immaginazione.
Immaginazione che non manca a chi, come la deputata DiMaggio, ha chiamato alla mobilitazione in via Mecenate (zona Forlanini) dopo aver presentato un’interrogazione parlamentare.
Dubbi ha suscitato anche in Deborah Giovanati (Lega) e  Roberta Osculati (PD) che hanno presentato mozioni al Sindaco Sala per “fare chiarezza e attivarsi con la Questura per evitare che venga pubblicizzata la surrogata, in palese violazione della legge”.
Incertezze e dubbi fugati dalle regole imposte, dalla segreteria della Fiera, degne di un convegno ultrasegreto!
Chi vorrà partecipare a questo “semplice incontro di informazione” sulla gravidanza dovrà previa iscrizione: ricevere un badge strettamente personale, accettare, sotto minaccia di espulsione, il divieto di filmare e subire la perquisizione delle borse e l’uso di scanner.
Di cosa avranno paura?
Secondo noi che esca dalle loro stanze che il loro “Wish for a baby” più che un sogno proibito sia un incubo.