L’8e il 9 giugno, gli unici elettori autorizzati ad andare ai seggi saranno gli scrutatori, i soli che potranno guadagnare qualcosa da questa palese truffa elettorale. Magari, evitando anche di votare, per non complicarsi la vita vicenda nel successivo scrutinio.
Mai come in questo caso, una consultazione referendaria ha tutte le caratteristiche dell’imbroglio. Un pacchetto di quesiti-specchietto sul lavoro – proposti dagli stessi sindacati che hanno avallato la macelleria sociale negli ultimi 30 anni – e un bel regalo agli immigrati: la piena cittadinanza. I primi quesiti non servono assolutamente a niente, ma sono solo funzionali a tentare di raggiungere il quorum al quinto.
Ormai il video sui social, quello in cui Maurizio Landini tradisce questa mal celata intenzione, l’hanno visto tutti. Però, è bene ripeterlo: si tratta di un volgare imbroglio, finalizzato solo ed esclusivamente a cambiare gli equilibri politici della Nazione.
Una frode, per altro, pericolosissima, perché orchestrata da chi, per invertire il trend elettorale negativo della Sinistra, rischia di scatenare improvvisamente forze non gestibili in futuro. Un po’, tanto per buttarla in ridere, come il Topolino di Fantasia, il quale pensa di risolvere i suoi problemi coi trucchetti magici, per finire travolto dalle energie stesse che ha scatenato.
Certo, il Pd potrebbe, nel breve periodo, godere ampiamente dei frutti che genererebbe la creazione istantanea di quasi 2 milioni di nuovi elettori. Magari, anche il sindacato potrebbe avvantaggiarsi di altrettanti nuovi elementi con cui ingrossare i cortei, le manifestazioni, le campagne di rivendicazione di questo o quell’altro presunto diritto. Per di più, elementi giovani, magari anche spregiudicati e disposti a menar le mani, in caso di necessità, sostituendo, almeno in parte, la pletora di pensionati che sola affolla la Cgil attuale.
In un secondo momento, però, l’Italia si troverebbe nelle istituzioni partiti islamici più o meno radicali. Nella migliore delle ipotesi, gruppi di pressione compattati dalla comune radice etnica e religiosa con cui non sarebbe facile fare i conti. D’altro canto, la situazione gli italiani la conoscono già: i sindacati sono ormai da due decenni i principali beneficiari dell’immigrazione, legale e clandestina. Sono migliaia e sparse dovunque le cooperative e le società di servizi che drenano risorse pubbliche per la “gestione” del problema.
Senza contare il fatto che il già risicato “welfare” di cui possono ancora godere una minima parte degli italiani, in virtù del titolo di cittadinanza, verrebbe ulteriormente compresso dall’ingresso a pieno titolo nel sistema di altri milioni di persone.
Perché non votare No, allora? Perché la propaganda elettorale sarà gioco-forza a senso unico e perché è chiaro che una parte dell’elettorato poco o per nulla interessato a questo come ad altri temi diserterà le urne. Di contro, la Sinistra, data la ghiotta occasione che gli si prospetta all’orizzonte, si mobiliterà per portare tutte le sue truppe al voto. Per tanto, anche una minima partecipazione di coloro che hanno afferrato il rischio che il Paese corre in questo gioco sporco potrebbe risultare essenziale proprio per chi sta tramando nell’ombra contro l’Italia.
Dunque, sì, tutti al mare, come si diceva un tempo, tranne, appunto, coloro che avranno la possibilità di rifarsi dei “truffatori”, incassando il compenso per aver tenuti – inutilmente – i seggi aperti.